di Andrea Di Biase

I soci stabili di Mediobanca alzano il velo sul nuovo patto di sindacato che, con regole profondamente riviste rispetto al passato, «assicurerà» per i prossimi anni «la stabilità dell’assetto azionario» e «l’indipendenza» dell’istituto, la cui governance sarà peraltro riscritta per adeguarla alle nuove disposizioni della Banca d’Italia. 
L’assemblea dei pattisti, riunitasi ieri, ha approvato le nuove regole che mandano in soffitta la suddivisione tra soci bancari, industriali ed esteri. Vincent Bolloré, rimasto l’unico «socio estero», ha nel frattempo aumentato ancora la sua quota inMediobanca passando dal 6,46 al 7,01% e si appresta a salire all’8% piazzandosi a ridosso di Unicredit (8,7%) come secondo azionista singolo di Piazzetta Cuccia. Cosa che dovrebbe avvenire prima dell’assemblea del prossimo 28 ottobre, quando il patto (che in tal caso passerà dal 31,06% al 32%) sarà chiamato, alla luce delle regole approvate ieri, a rinnovare integralmente il cda. Il nuovo patto, che sarà valido fino al 31 dicembre 2015 e che potrà essere disdettato tre mesi prima della scadenza, si rinnoverà automaticamente per periodi di due anni, a condizione che rappresenti almeno il 25% del capitale. Tra le novità, la scomparsa del direttivo del patto, sostituito da un comitato con poteri di natura istruttoria, e la designazione di due vicepresidenti di Mediobanca che spetterà a Unicredit e al gruppo Bolloré, che tuttavia avrà solo il potere di proporre un nome che dovrà essere approvato dagli altri soci. 
La lista per il rinnovo del cda avrà al primo posto il nominativo designato alla carica di presidente (che per ora non dovrà essere un indipendente come previsto dalle regole di Bankitalia), al secondo il designato alla carica di ad, mentre gli altri candidati, attraverso la nuova suddivisione dei pesi, saranno scelti «accogliendo in linea di principio le indicazioni dei partecipanti su base proporzionale alle quote di partecipazione dell’accordo». Insomma, con l’abolizione dei gruppi, cambierà la spartizione dei posti in cda: finora cinque consiglieri erano designati dal Gruppo A, sette dal Gruppo B, e quattro del Gruppo C. Il cantiere sulla governance si aprirà invece dopo la nomina del prossimo cda, che dovrebbe passare da 20 a 17-18 consiglieri. Toccherà al nuovo board adeguare, entro il 2017, lo statuto di Mediobancaalle disposizioni di Bankitalia, che prevedono, tra l’altro, il fatto che il presidente (carica attualmente ricoperta da Renato Pagliaro, che è anche un dirigente dell’istituto) sia un amministratore indipendente. Tuttavia, anche se il nuovo statuto dovrebbe essere approvato con l’assemblea che si terrà nel 2015, è probabile che le nuove regole sulla composizione e il funzionamento del cda e dei comitati consiliari entrino in vigore solo alla scadenza del consiglio che sarà nominato il 28 ottobre. Già da subito, però, in base alla nuove regole del patto, la composizione dei comitati che finora era stabilità dai grandi soci sarà decisa entro il cda. Nelle linee guida sulla futura governance il cda uscente ha raccomandato la presenza nel board di 5 dirigenti con anzianità di almeno tre anni. (riproduzione riservata)