di Simona D’Alessio 

 

Oltre 21 milioni di assegni erogati mensilmente (17,3 per prestazioni previdenziali, 3,7 per misure assistenziali) a 15,8 milioni di persone. E se nel 2013 le nuove pensioni sono pari a 1.110.817, in 12 mesi 23,6 miliardi per gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione guadagni, mobilità e disoccupazione) e 10,3 miliardi per iniziative di welfare (assegni familiari, malattia, maternità) raggiungono una platea globale di 4,9 milioni di beneficiari. È quanto si legge nel rapporto annuale dell’Inps, illustrato ieri a Montecitorio, alla presenza del ministro del welfare Giuliano Poletti, dal commissario straordinario Vittorio Conti che evidenzia come, per effetto delle recenti riforme (una su tutte la legge 214/2011 dell’ex titolare del dicastero di via Veneto, Elsa Fornero) le nuove liquidazioni, per anno di decorrenza, mostrano per i dipendenti privati un calo del 32% per le pensioni di anzianità e anticipate e del 57% per quelle di vecchiaia sul 2012. Al 31 dicembre l’Inps registrava un saldo negativo di 9,9 miliardi, da ascrivere in larga parte alla gestione dei lavoratori pubblici ex Inpdap, ma «il deficit patrimoniale e lo squilibrio strutturale ereditato non mettono a rischio la sostenibilità del sistema»; il patrimonio netto dell’istituto ammontava a 7,5 miliardi, però nei prossimi anni, sempre in virtù delle modifiche normative degli ultimi tempi, vi saranno «conseguenti risparmi, significativi e crescenti», giacché il disavanzo è destinato ad essere riassorbito, «mettendo definitivamente in sicurezza i conti della previdenza italiana» (il rosso dovrebbe scendere a 7,9 miliardi).

Ma quanto percepiscono gli iscritti all’Inps? In media, rileva il dossier, 1.297 euro lordi mensili. Tuttavia, spiega Conti, il 43% dei pensionati, 6,8 milioni di persone, «assorbe circa il 20% della spesa annua totale», ricevendo una, o più prestazioni d’importo inferiore ai mille euro e, tra questi, il 13,4% (2,1 milioni), si colloca al di sotto dei 500 euro. E, annuncia Poletti, «entro fine anno», potrebbe partire la sperimentazione della «busta arancione» (progetto più volte ventilato, si veda ItaliaOggi del 24/1/2013), ossia l’estratto conto dei contributi versati da cui desumere l’andamento della posizione previdenziale.