Tra i tanti profili cui rivolgere attenzione nell’universo della previdenza integrativa c’è l’adesione dei liberi professionisti, soprattutto se giovani. Attingendo all’ultima Relazione annuale della Covip e considerando l’universo dei lavoratori autonomi (accezione ampia che comprende anche i liberi professionisti), gli iscritti alla previdenza complementare oggi sono quasi 1,7 milioni. Oltre 1,1 milioni aderiscono a polizze Pip e 529 mila a fondi pensione aperti. Considerando però gli iscritti versanti (quest’anno la Commissione di Vigilanza ha evidenziato il crescente fenomeno degli aderenti che per effetto della crisi interrompono il pagamento del contributo) si scende a poco più di 1 milione, con un tasso di adesione del 19,4%. In questa prospettiva è interessante e innovativa la recente iniziativa dell’Enpam rivolta ai giovani medici e agli odontoiatri under 35 (il bacino interessato è di 47 mila professionisti) in base alla quale sarà loro possibile aderire al fondo pensione Sanità (il comparto di previdenza complementare del settore) senza pagare i costi di ingresso grazie a un contributo messo a disposizione dall’ente di previdenza di primo pilastro dei medici. È il primo caso in Italia in cui un ente professionale coinvolge nella previdenza complementare un’intera nuova generazione. L’obiettivo è sensibilizzare i giovani sulla necessità di garantirsi una rendita aggiuntiva oltre a quella derivante dalla pensione di primo pilastro, beneficiando dei vantaggi fiscali. Si rammenta in primo luogo che i contributi versati sono deducibili dal reddito per un importo fino a 5.164,57 euro. Con particolare riferimento ai giovani, un approfondimento merita il caso dei lavoratori di prima occupazione successiva alla data di entrata in vigore del decreto 252/2005 (1° gennaio 2007) a beneficio dei quali è consentito, nei 20 anni successivi al quinto anno di iscrizione, di dedurre dal reddito contributi eccedenti il limite di 5.164,57 euro, pari alla differenza positiva tra l’importo di 25.822,85 euro e i contributi versati nei primi cinque anni di partecipazione e comunque per un importo non superiore a 2.582,29 euro. Pertanto l’importo massimo annuale deducibile è di 7.746,86 euro. I rendimenti della previdenza integrativa sono tassati poi con aliquota dell’11,5%, inferiore quindi al 26% previsto per le altre rendite finanziarie. Su orizzonti temporali prolungati il vantaggio del risparmio di imposta non è di poco conto. Per quel che riguarda le prestazioni pensionistiche complementari, esse sono imponibili al netto della parte corrispondente ai redditi già assoggettati a imposta. Sulla parte imponibile è operata una ritenuta a titolo d’imposta con l’aliquota del 15%, ridotta di una quota pari allo 0,3% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione con un limite massimo di riduzione di 6 punti percentuali. Nel caso concreto dell’iniziativa dell’Enpam l’adesione di giovani under 35 può portare quindi un significativo vantaggio in termini di riduzione dell’aliquota finale. (riproduzione riservata)