di Andrea di Biase

La fine del segreto bancario, che in base al protocollo siglato lo scorso maggio tra l’Ocse e la Svizzera andrà in vigore nel 2017, non ha rappresentato un deterrente. Anzi, proprio la «fine della logica del segreto, cui farà spazio quella del servizio», è stato uno dei presupposti strategici dietro l’acquisizione di Bsi da parte di Btg Pactual, il gruppo finanziario brasiliano attivo nell’investment banking e nell’asset & wealth management, noto in Italia per la partecipazione da poco rilevata nel Monte dei Paschi, di cui è uno dei soci stabili assieme alla Fondazione Mps e ai messicani di Fintech. «Crediamo che il modello di banca privata svizzera non sia superato ma che stia evolvendo una logica volta prevalentemente alla protezione dei patrimoni dei clienti a una più orientata alla loro valorizzazione», spiega a MF-Milano Finanza Roberto Isolani, ex top banker di Ubs e oggi managing partner della banca brasiliana attiva su alcuni importanti dossier che riguardano l’Italia (rumor non confermati le hanno attribuito un ruolo nella sistemazione della quota di Telefonica in Telecom Italia) e di cui le Generali, nell’ambito della cessione di Bsi, riceveranno azioni per circa l’1% del capitale.

 

D. Dottor Isolani, perché avete puntato proprio su Bsi?

R. Bsi, oltre ad avere un brand molto riconosciuto sui mercati internazionali, ci ha dato la possibilità di fare un salto dimensionale importante. Oggi Btg Pactual opera nell’asset gathering prevalentemente in America Latina con 30 miliardi di dollari di masse gestite nell’unità di wealth management e 83 miliardi nell’asset management. Con l’acquisto di Bsi, che porta in dote circa 100 miliardi di dollari di patrimoni in gestione, supereremo ampiamente i 200 milioni.

 

D. Non temete che il protocollo per lo scambio delle informazioni bancarie firmato oltre che dalla Svizzera anche da Singapore, dove Bsi ha una presenza importante, possa tradursi in futuro a una fuga di parte della clientela?

R. Tutt’altro, riteniamo che il brand Bsi e la competenza di chi l’ha gestita rappresentino una garanzia. Non solo, proprio la presenza di Bsi in un mercato in forte crescita come quello asiatico ci darà l’opportunità di mettere a fattor comune l’esperienza che abbiamo maturato in America Latina, che ha dinamiche di crescita molto simili.

 

D. L’operazione offre altre opportunità di sinergie tra Btg e Bsi?

R. Tra noi e Bsi c’è un’importante complementarità geografica. Noi abbiamo posizione consolidate nel private banking in Brasile, Cile e Colombia, loro hanno un brand molto forte in altri Paesi del Sudamerica.

 

D. Rimane l’incognita della multa che l’amministrazione Usa potrebbe comminare alle banche svizzere al termine del confronto in corso.

R. Nell’ambito del contratto stipulato con le Generali è previsto che il prezzo di acquisto di Bsi (1,5 miliardi di franchi svizzeri) possa essere adeguato in caso di sanzione a Bsi da parte del Dipartimento di Giustizia Usa.

 

D.State valutando altri investimenti strategici in Italia?

R. L’investimento in Mps ha una logica diversa rispetto a quello in Bsi, che entrerà a tutti gli effetti a fare parte del gruppo Btg. A Siena siamo presenti nell’ambito di un’operazione di tipo finanziario con un’ottica di medio periodo. L’Italia è comunque un mercato cui guardiamo con interesse. (riproduzione riservata)