Non saranno necessarie ricapitalizzazioni nel settore assicurativo italiano per far fronte all’entrata in vigore nel 2016 di Solvency 2. «Che mi risulti, no», ha risposto in proposito Aldo Minucci, presidente dell’Ania, a margine della presentazione al mercato del rapporto annuale sulle assicurazioni, svoltasi a Milano. «Solvency 2 certamente cambia radicalmente le prospettive del settore assicurativo, le imprese dovranno porre attenzione alla sua attuazione e hanno un anno e mezzo di tempo per farlo», ha detto Minucci, sottolineando che nel nuovo regime di vigilanza prudenziale, «ci sono aspetti delicati, con ricadute in termini di allocazione del capitale».

Intanto l’Ania è consapevole che i prezzi Rc auto in Italia rimangono tra i più elevati a livello europeo, pur essendosi sensibilmente ridotti nell’ultimo biennio. Affinché si possa chiudere velocemente il gap, Minucci insiste nel chiedere al governo di approvare in fretta le tabelle di valutazione del danno biologico derivante da lesioni gravi. «La proposta delle tabelle sul danno biologico non può che essere approvata velocemente. Se non abbiamo questo strumento non possiamo procedere in un quadro di riduzione dei prezzi». Minucci ha ricordato che le compagnie assicurative hanno contribuito alla discesa dei prezzi con politiche commerciali e tariffarie competitive, trasferendo i benefici del calo della sinistralità sui premi pagati dagli assicurati.

Infine, le imprese del comparto assicurativo sono pronte a concedere finanziamenti alle aziende, come previsto dal governo nel decreto crescita, ma «bisogna mantenere le differenze strutturali che esistono» tra il settore e le banche.

«Noi siamo pronti a fare il nostro ruolo», ha ribadito il presidente di Ania, «ma non condivido la parte del provvedimento che prevede che chi prende i finanziamenti sia selezionato dal sistema bancario. Ritengo che questo sia un vincolo che riduce la possibilità di attuare questo tipo di intervento, che è fondamentale per diversificare le fonti di finanziamento delle imprese». Invece le assicurazioni «hanno il diritto di costituire al loro interno un team che analizzi il rischio creditizio, oppure di appoggiarsi a soggetti istituzionali esterni, che esistono e sono specializzati. Non voglio», ha concluso Minucci, «che ci sia un eccesso di sovrapposizione tra il ruolo delle imprese di assicurazione e il sistema bancario».

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