“La possibilità per le assicurazioni di erogare direttamente finanziamenti alle imprese rappresenta una svolta storica per il nostro sistema finanziario”. A pochi giorni da queste parole pronunciate dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, durante il suo intervento all’assemblea annuale dell’Ania il clima si scalda. Tanto è vero che l’Abi non ha perso tempo e ha subito marcato il campo sulla novità contenuta nel decreto Competitività, ora all’esame della Commissione Industria del Senato, da molti ritenuta rivoluzionaria, che introduce la possibilità per le assicurazioni di concedere finanziamenti alle imprese, sulla scia di quanto avviene in altri paesi europei come la Francia o la Germania. Tutto bene? Non proprio. Il decreto prevede infatti che siano le banche a selezionare le aziende che potranno essere finanziate dalle compagnie, assumendosi una parte del rischio. Norma che ovviamente agli assicuratori non piace come ha avuto modo di osservare il presidente dell’Ania Aldo Minucci: le compagnie sono pronte a fare credito, ma vorrebbero agire in autonomia. Sulla questione si è soffermato il direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, nel corso di un’audizione al Senato durante la quale ha sottolineato che invece le operazioni previste dal decreto andrebbero realizzate in collaborazione con il settore finanziario e bancario, che dovrebbe appunto selezionare le imprese da finanziarie, aggiungendo che l’Abi è’ “interessata a dare il proprio contributo” per favorire maggiori finanziamenti alle imprese, ma ha sollevato anche un’altra questione. L’Associazione delle banche ha chiesto che sia assicurata “un’effettiva parita’ di regolamentazione, anche sotto il profilo del trattamento contabile e di bilancio, tra i diversi soggetti impegnati in queste operazioni”.
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