di Anna Messia

L’Ania boccia l’ipotesi di tariffa unica Rc Auto e di sconti automatici per gli automobilisti virtuosi. Il presidente dell’associazione delle compagnie di assicurazione, Aldo Minucci, a margine della presentazione di una ricerca realizzata dall’Ania in collaborazione con la American Chamber of Commerce, li ha definiti «interventi prescrittivi che non possono essere accettati». 
l riferimento è in particolare agli ultimi emendamenti Pd presentati al dl Competitività all’esame del Senato, che prevedono una tariffa premio ai contraenti che non abbiano provocato incidenti negli ultimi cinque anni, oltre che l’obbligo delle imprese assicurative di offrire un unico tariffario nazionale, senza differenze territoriali e personali. Insomma un prezzo che sarebbe uguale ovunque, da Napoli ad Aosta. Una modifica che sembra piacere anche ad alcuni esponenti di Forza Italia, tra cui Renato Brunetta e Mara Carfagna, che nei giorni scorsi, in un pacchetto di misure a favore dei cittadini campani, hanno avanzato anche la proposta di una tariffa Rc Auto nazionale.

L’emendamento del Pd, in particolare, ha già superato la tagliola della prima scrematura, e nei prossimi giorni è previsto il voto nelle commissioni Industria e Territorio. Ma Minucci avverte che bisognerà fare bene i conti, perché, in ogni caso, la tariffa unica non consentirebbe l’allineamento «verso il prezzo più basso ma verso un prezzo medio sacrificando di conseguenza gli assicurati delle zone del Paese meno rischiose». Come dire che il prezzo a Napoli scenderebbe ma salirebbe ad Aosta per consentire alle assicurazioni di sostenere gli effetti di una tariffa unica. Nel caso di un eventuale ricorso europeo l’Ania potrebbe far valere un precedente che già una volta bloccò una modifica normativa simile a quelle proposta dai senatori del Pd. Una legge del 2002 (la 273), la cosiddetta riforma Marzano, prevedeva l’uniformità tariffaria su tutto il territorio nazionale per gli automobilisti più virtuosi. Ma rimase in vigore un solo giorno perché il governo la cancello all’indomani (con la Legge finanziaria per il 2003), dopo il parere negativo dell’Europa.

Ieri, intanto, l’Ania ha chiesto anche una moratoria di tre anni all’emanazione di nuove norme per il mercato assicurativo diverse da quelle connesse ai Solvency2. Un’esigenza emersa dal sondaggio tra gli assicuratori condotto con la Camera di commercio Usa secondo la quale non c’è un pregiudizio verso la regolamentazione ma oltre il 90% del mercato giudica eccessivo il carico regolatorio sostenuto negli ultimi tre anni. La moratoria richiesta non è però totale: «Ben vengano norme finalizzate alla semplificazione e quelle di riconosciuta emergenza», ha concluso Minucci. (riproduzione riservata)