PARLA SERGIO SORGI, VICE PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ DI CONSULENZA PROGETICA: “VIVIAMO ALLA GIORNATA SENZA METTERE IN CONTO DI DOVER TRASCORRERE ANNI PRIVI DI REDDITO. IN BASE AL ‘LATTE FACTOR’ BASTANO PICCOLE RINUNCE QUOTIDIANE PER ACCANTONARE TRE EURO AL GIORNO E ASSICURARSI 108MILA EURO DOPO 40 ANNI”

Milano «L o scenario sta cambiando rapidamente e non si può restare fermi, con il rischio poi di provare a cambiare rotta fuori tempo massimo: occorre dedicare un po’ del proprio tempo per pianificare gli investimenti necessari a garantirci un futuro sereno». E’ il consiglio di Sergio Sorgi, vice presidente della società di consulenza ed educazione finanziaria Progetica, per la quale coordina l’area previdenza e protezione del reddito e del patrimonio. «L’allungamento medio della vita prosegue imperterrito: le ultime statistiche indicano che gli uomini diventano indipendenti nel nostro Paese intorno ai 34 anni, le donne verso i 31. E non sempre le famiglie sono preparate a gestire il mantenimento in casa di questi giovani-adulti — sottolinea l’esperto — La struttura sociale e le esigenze economiche stanno cambiando profondamente. Quindi è importante essere sincroni con il mercato per non farsi travolgere dagli eventi». Detto dei mutamenti in atto, come li affronta il risparmiatore italiano? Qui vengono le note dolenti nell’analisi di Sorgi. «Viviamo in una condizione che sembra cancellare la dimensione del tempo. Abbiamo dimenticato il passato e non percepiamo il futuro perché non abbiamo più la capacità di sognare qualcosa di diverso per noi. Questo si riflette, a cascata, sulle scelte di protezione, previdenza, investimento, sempre più spesso orientate al breve termine». Con il rischio, inevitabile, di lasciarsi trasportare dalle emozioni del momento ed effettuare scelte irrazionali. Del resto, non è un caso se i mercati finanziari tendono a registrare forti ondate di acquisto da parte dei piccoli risparmiatori nelle fasi Toro e forti vendite quando le cose cominciano ad andare male. Così spesso si finisce per comprare ai massimi del ciclo e vendere ai minimi, con pesanti ricadute sui rendimenti. Sorgi invita a invertire i parametri di valutazione: «Occorre pensare nell’ottica del ciclo di vita, mettendo in conto di poter trascorrere diversi anni senza reddito da lavoro o da pensione, e investire di conseguenza». Gli studi sull’analisi comportamentale evidenziano, però, che è particolarmente difficile astrarsi dallo scenario che ci circonda ed effettuare scelte di investimento razionali. «Già acquisire consapevolezza di quello che possiamo aspettarci è un passo in avanti importante», spiega Sorgi, che indica un esempio alla portata di tutti, quello ideato dall’economista David Bach e noto come “Latte Factor”, a indicare la somma delle piccole spese voluttuarie che possono incidere in maniera significativa sul proprio budget settimanale. Anche se tanti lamentano di non riuscire a risparmiare nulla, ogni mattina fanno colazione al bar, spesso acquistando il “latte”, che nei Paesi anglosassoni corrisponde al nostro latte macchiato e costa l’equivalente di circa tre euro. «Nel concetto di “Latte factor” si possono ricomprendere spese come caramelle, chewing-gum e simili — continua Sorgi — Basta rinunciare a rotazione a uno di questi acquisti voluttuari per mettere da parte qualche risparmio che, investito, può assicurarci un futuro sereno. Nell’esempio di Bach, tre euro al giorno, investiti in mercati che crescono in media del 4% annuo, dopo 40 anni possono garantire 108mila euro in più». Tirando le fila del discorso, il vicepresidente di Progetica rivolge tre consigli ai risparmiatori: «La prima cosa da fare è dare al denaro un nome, il che significa non tenere i propri risparmi indistinti, ma divisi per obiettivi diversificati, ad esempio tra somme da destinare agli imprevisti, alle spese o alla pensione futura. Così facendo, se vi è la tentazione di spendere una somma di denaro, si avrà la possibilità di valutare se è il caso o meno di sacrificare un obiettivo concorrente». Il secondo consiglio è di considerare il tempo non come una minaccia, bensì come un alleato: «A molti capita di non pianificare per metà della propria vita ritenendo che sia troppo presto, per poi scoprire che è troppo tardi per porvi rimedio». Infine l’indicazione sull’importanza di «uscire dalla sindrome del fai da te perché nessuno di noi è un tuttologo ed è bene farsi seguire da consulenti di comprovata esperienza. La posta in gioco, cioè i propri risparmi e proprio futuro — conclude — è troppo grande per correre rischi». (l.d.o.) Non percepire il futuro si riflette sulle scelte di protezione, previdenza, investimento, sempre più spesso rivolte al breve termine Gli studi evidenziano che è molto difficile astrarsi dallo scenario che ci circonda ed effettuare scelte di investimento razionali