Nonostante la capacità di risparmio delle famiglie sia tutt’altro che in ripresa (come confermano i più recenti dati di contabilità nazionale), i dati raccolti da Assogestioni per il mese di maggio 2013 parlano di 8,7 miliardi di euro di raccolta del mercato italiano del risparmio gestito. Occorre risalire addirittura al maggio 1999, quando la raccolta superò gli 11 miliardi, per trovare un risultato superiore. Dall’inizio dell’anno le sottoscrizioni sfiorano i 36 miliardi e permettono al patrimonio di registrare la quota di 1.264 miliardi. Di questi, poco meno della metà (600 miliardi circa) sono gestiti sotto forma di mandati istituzionali (in particolare di prodotti assicurativi), 525 miliardi in fondi aperti, 95 miliardi in mandati retail e 43 miliardi circa in fondi immobiliari. Secondo Alessandro Rota, direttore ufficio studi Assogestioni, il merito di questo risultato è attribuibile all’allentamento delle necessità di funding delle banche e ad un maggior dinamismo delle politiche commerciali delle Sgr. Dallo studio dei dati risulta inoltre evidente come il risultato sia del tutto attribuibile alla quota dei fondi aperti. I fondi italiani hanno raccolto 2,5 miliardi e i fondi esteri 6,4 miliardi. Tra i primi quattro gruppi di gestione per raccolta netta figurano gli operatori italiani Pioneer (2,4 miliardi) ed Eurizon Capital (1,5 miliardi) e due esteri, Franklyn Templeton (1,4 miliardi) e JP Morgan (800 milioni). Nell’ambito dei prodotti di gestione collettiva si conferma la netta prevalenza dei fondi esteri, orami il 70% del totale dei fondi collocati sul nostro mercato. Per quanto riguarda le macro categorie, le più gettonate nel corso del mese sono state quelle obbligazionarie, che hanno raccolto 5,7 miliardi, e la categoria dei fondi flessibili (3,6 miliardi). (p.d.m.)