“E’ importante che i criteri e i parametri usati per definire una G-Sii”, e cioè una compagnia assicurativa con rilevanza sistemica a livello globale, “vengano resi disponibili al più presto” e che gli stessi siano “trasparenti, prevedibili e misurabili. In assenza di un processo trasparente e prevedibile, è impossibile gestire e controllare i livelli di rischio sistemico”.

Lo ha detto Mike McGavick, ceo di XL Group e presidente della Geneva Association (think tank del settore assicurativo), commentando la lista diffusa dal Financial Stability Board sulle nove compagnie assicurative che in tutto il mondo hanno rilevanza sistemica, le cosiddette G-Sii (Global sistemically important insurers). La lista comprende anche il Gruppo Generali in Italia.

Secondo quanto ribadito dagli esperti della Iais, l’associazione internazionale delle autorità di vigilanza nel settore assicurativo, il rischio sistemico cresce mano a mano che le attività della compagnia in questione si discosta dal business tradizionale mentre, per quanto riguarda l’attività tradizionale non ci sono conferme che possa creare o rafforzare rischi sistemici nell’economia reale. La lista delle compagnie definite G-Sii è, in effetti, sorprendentemente breve (in tutto nove) contro i 28 istituti di credito che, secondo il Comitato di Basilea hanno rilevanza sistemica.

L’Fsb deciderà, invece, soltanto tra un anno se inserire nella lista anche i principali colossi della riassicurazione, come la tedesca Munich Re e l’elvetica Swiss Re.

A inizio d’anno, il Financial Stability Oversight Council, una commissione federale negli Usa, aveva già proposto che Aig e Prudential Financial venissero inserite fra le compagnie sistemiche. Aig, protagonista nel 2008 di un’insolvenza spettacolare proprio a causa dell’esposizione sul mercato immobiliare Usa al di fuori dei settori regolamentati, ha già detto di voler “cooperare con i regolatori dello stato, federali e internazionali per sviluppare un quadro normativo solido e coerente per le ‘big’ assicurative globali”, mentre Prudential Financial sta ancora contrastando la decisione del panel federale Usa.