di Oscar Bodini e Gabriele Lamonica MF-DowJones

L’indagine sul Gruppo FonSai, che ha portato agli arresti da parte della Procura di Torino, ha preso il via, su impulso della Consob, sulla base di quanto emerso a fine dello scorso anno, in occasione della presentazione del piano industriale di Uni-FonSai.

Nel dettaglio, il 21 dicembre, su richiesta della Commissione, la compagnia assicurativa bolognese, attraverso una nota, ha confermato quanto aveva illustrato il giorno prima nella presentazione del piano, ovvero che «nel piano industriale di Uni-FonSai sono previsti, per il periodo 2012-2015, rafforzamenti delle riserve sinistri danni di esercizi precedenti per circa 900 milioni di euro». Nel dettaglio, spiegava ancora la nota, questi «rafforzamenti sono di competenza dell’esercizio 2012 per un ammontare stimato di circa 750 milioni, di cui circa 650 riferibili al perimetro del consolidatoFondiaria-Sai (350 milioni circa a quello di Milano) e circa 100 milioni di euro aUnipol» e che questi dati erano stati «già ricompresi nelle situazioni economico-patrimoniali al 30 settembre 2012 per un ammontare di circa 380 milioni». I rapporti di cambio tra le azioni delle società coinvolte nella fusione, spiegava ancora la nota «sono stati determinati con riferimento alle situazioni patrimoniali alla data del 30 settembre 2012». Sempre il 21 dicembre la Commissione aveva disposto la riscrittura dei bilanci di Premafin, FonSai e Milano contestando, a vario titolo, l’inesatta o mancata o errata applicazioni dei principi contabili internazionali. Nelle delibere relative ai bilanci di Premafin e FonSai, la Commissione chiedeva anche che la società predisponesse «l’illustrazione, in un’apposita situazione economico-patrimoniale consolidata pro-forma – corredata dei dati comparativi – degli effetti che una contabilizzazione conforme alle regole avrebbe prodotto sulla situazione patrimoniale, sul conto economico e sul patrimonio netto degli esercizi 2010 e 2011, per il quale è stata fornita un’informativa errata». Relativamente a FonSai, si legge ancora nel documento della Commissione, la Consob rendeva noto di avere riscontrato che «l’insufficienza della riserva sinistri del ramo Rc Auto 2010 evidenziata dall’Isvap nella nota di rilievi del 29 settembre 2011, nella misura minima di 517 milioni relativamente alle generazioni 2009 e precedenti e di 115 milioni di euro ricalcolata dalla società su indicazione dell’istituto relativamente alla generazione corrente, era sostanzialmente ricondotta, alla luce dei rilievi evidenziati, all’effetto combinato» tra l’altro, di «inadeguatezza delle procedure di gestione e riservazione e non corretta determinazione del costo medio per la stima della riserva sinistri di generazione corrente». Quindi «la società avrebbe dovuto rettificare il risultato consolidato dell’esercizio 2010 per un ammontare almeno pari alla carenza di riserva evidenziata dall’Isvap (517 milioni di euro)». In data 7 gennaio 2013 Consob ha chiesto alle società di integrare, alla luce di quanto emerso, le informazioni contenute nei documenti informativi sulla fusione mentre il 18 marzo ha invitato le stesse compagnie a integrare le note al bilancio consolidato 2012 e a rendere pubbliche le informazioni sulla rivalutazione delle riserve sinistri degli esercizi precedenti operate nel secondo semestre del 2012 (chiarimenti poi forniti il 20 marzo). Le compagnie non hanno tuttavia proceduto al restatement di bilanci 2011 secondo le norme Ias e il 17 aprile gli uomini di Giuseppe Vegas hanno chiesto agli amministratori delle società le ragioni della mancata applicazione del principio contabile. In data 24 aprile FonSai, Milano ePremafin hanno ottemperato alla richiesta. (riproduzione riservata)