Finisce agli arresti l’intera famiglia Ligresti per la vicenda FonSai. Nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria sulla compagnia assicurativa, oggi controllata da Unipol, il capostipite Salvatore (ai domiciliari), insieme ai tre figli Giulia, Jonella e Gioacchino Paolo, quest’ultimo al momento forse in Svizzera, è stato sottoposto a provvedimento di custodia cautelare da parte della Gdf di Torino, che ha effettuato analogo provvedimento, per il pericolo di fuga, di reiterazione di reato e di inquinamento delle prove, anche nei confronti degli ex amministratori di FonSai, Fausto Marchionni (domiciliari) ed Emanuele Erbetta, e dell’ex vicepresidente Paolo Talarico (domiciliari).

Secondo gli inquirenti, a suffragare questi timori, ci sono, oltre alle analisi dei bilanci, anche intercettazioni ambientali.

I fatti contestati riguardano l’occultamento al mercato di un buco nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro. L’esame della documentazione ha permesso, dice la Gdf, di «ricostruire come, attraverso una sistematica sottovalutazione delle riserve tecniche del gruppo assicurativo, sia stato possibile falsificare i dati del bilancio relativi al 2010» e di distribuire negli anni utili per 253 milioni alla holding Premafin, «laddove, invece, si sarebbero dovute registrare delle perdite». «La famiglia Ligresti, che presidiava i consigli di amministrazione di FonSai e Milano ass., contando sulla compiacenza del top management, si è assicurata, così, oltre al costante flusso di dividendi, anche il via libera a numerose operazioni immobiliari con parti correlate». L’azione sinergica della procura di Torino e delle Fiamme gialle ha riguardato anche altre ipotesi di reato, come il falso in prospetto in merito alla ricapitalizzazione da 450 mln del 2011 e l’infedeltà patrimoniale per condotte illecite commesse dal management in particolare nell’ambito di contratti di consulenza e di servizi firmati con aziende della famiglia Ligresti. Il procuratore aggiunto di Torino, Vittorio Nessi, ha spiegato che «l’impressione complessiva è che l’ispezione (dell’Isvap, ndr) su FonSai sia partita con certo ritardo». Del ruolo dell’Isvap ha rivelato alcuni dettagli anche il Corriere della Sera. Giancarlo Giannini, l’ex presidente dell’Isvap, risulta infatti indagato per corruzione e calunnia nell’ambito delle inchieste in corso. Il quotidiano parla di quasi dieci anni di occhi chiusi sulla società dei Ligresti, in cambio, come tangente, della sua nomina a futuro componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Giannini ha già chiesto e ottenuto un incontro con il pm, per spiegare la sua posizione.

Intanto, ieri sera si è appreso che per Gioacchino Paolo Ligresti è stato spiccato un mandato d’arresto internazionale. Da alcune intercettazioni, è emerso che starebbe preparando la fuga alle isole Cayman.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, lui e le sorelle, negli ultimi mesi, hanno prelevato complessivamente 14 milioni di euro da conti e disponibilità delle holding lussemburghesi a loro riconducibili.

Eppure, nell’inchiesta in corso, oltre un anno fa, Giulia Maria Ligresti aveva denunciato ai pm «un complotto delle banche e dei salotti che contano» per la vendita del gruppo a Unipol» e aveva citato espressamente, in un dossier, Unicredit e Mediobanca.

Il titolo FonSai, dopo un iniziale calo, ha preso slancio, sull’ipotesi delle richieste di risarcimento che pioveranno sulla famiglia Ligresti e ha chiuso a 1,432, +4,6%.

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