Uno studio pubblicato da Insurance Europe e Oliver Wyman conferma che il comparto assicurativo europeo è il maggiore investitore istituzionale d’Europa, con 8,5mila miliardi di euro di asset under management nel 2012 (stimati).

Con le nuove regole del settore bancario che costringono le banche a ridurre I livelli di mismatching e il rischio liquidità e i fondi necessari per stimolare la crescita economica, l’Europa, secondo lo studio, si troverà di fronte ad un gap di finanziamenti tra i 4 e i 5mila miliardi tra il 2012 e il 2016.

Il settore assicurativo può fornire a lungo termine, finanziamento stabile ai governi e alle imprese.

“Il nostro studio conferma che gli assicuratori sono una fonte ideale di long-term funding di cui l’economia europea ha un disperato bisogno”, ha commentato Sergio Balbinot, presidente di Insurance Europe.

“Svolgendo la nostra funzione primaria di fornitori di prodotti di trasferimento del rischio, protezione e previdenza, riceviamo un continuo flusso di premi e la prevedibilità dei sinistri ci permette di  continuare ad investire mentre altri vi rinunciano. Gli assicuratori pertanto giocano un importante ruolo stabilizzatore dell’economia”.

Il comparto investe in svariate attività economiche, dalle infrastrutture, ai mutui, al debito governativo, alle imprese.

Se si guarda la ripartizione degli asset assicurativi 2011 (circa 7,7 mila mld) si nota come il settore assicurativo detenesse più di metà degli asset istituzionali europei.

Circa il 60% degli asset è rappresentato da bond governativi o aziendali, inclusi covered bond. Nel 2011 il comparto deteneva:

– il 24% del debito governativo europeo

– il 21% dei corporate bond europei

– il 18% del  public equity europeo

– l’11% del debito bancario dell’area euro

Esistono tuttavia anche minacce reali a questa attività di investitore: una serie di sviluppi normativi potrebbe influenzare la capacità del settore di continuare in questo ruolo. Lo studio mette in evidenza le politiche che potrebbero inavvertitamente minacciare l’investimento a lungo termine degli assicuratori, per esempio alcuni aspetti di Solvency II, la tassa sulle transazioni finanziarie e le riforme sui derivati.

“Una buona regolamentazione è importante per un settore assicurativo sano, ma se i quadri normativi non tengono conto delle caratteristiche peculiari dell’assicurazione, potrebbero avere un impatto negativo non solo sugli assicuratori, ma anche sugli assicurati e più ampiamente sull’economia”, conclude Balbinot.