di Edoardo Narduzzi

«La finanza si basa su pochissime leggi e, per insegnarla, bastano pochi corsi», così rispondeva Franco Modigliani a chi lo solleticava sugli eccessi dell’innovazione finanziaria. In altri termini, basta conoscere poche regole fondamentali e agire con una strategia altrettanto essenziale per produrre ritorni superiori alla media.

Perché l’economia, nei suoi svolgimenti concreti, non necessita di inutili complicazioni. 

Da un anno a questa parte il più grande gruppo assicurativo italiano sembra procedere lungo il binario Modigliani. Rispetto al minimo segnato nelle ultime 52 settimane, a 8,56 euro per azione, oggi il titolo tratta a 13,5 euro e la capitalizzazione ha di nuovo superato i 20 miliardi. Il 1° agosto dello scorso anno il nuovo ceo, Mario Greco, è stato cooptato in consiglio e ha cominciato a riorganizzare il colosso triestino. Primo, concentrandosi sul core business assicurativo e uscendo da media, telecomunicazioni e aeroporti e dalle diverse partecipazioni accumulate nella precedente stagione manageriale.

Del resto, proprio uno dei principi di Modigliani-Miller recita che gli azionisti non assegneranno alcun valore a quelle strategie di portafoglio che possono costruire da soli. Se un investitore è, ad esempio, interessato a detenere un portafoglio diversificato tra assicurazioni, aeroporti, media, banche e tlc può farlo comprando i titoli direttamente sul mercato ed evitando le complicazioni industriali dei gruppi diversificati. Il valore di un’azione, poi, è direttamente legato al cash flow che sa generare, quindi anche nel core business vanno bene selezionati i mercati e i prodotti nei quali si ritiene di essere presenti, anche geograficamente. Così si spiegano la vendita della partecipazione in Messico con una plusvalenza da 500 milioni, e la cessione dell’attività di riassicurazione vita negli Usa con un guadagno di 150 milioni.

Si deve stare in pochi mercati, con una quota importante e soprattutto in quelli a maggiore potenziale di crescita, perché la dispersione del capitale disponibile in una sorta di Risiko mondiale non aiuta la valorizzazione dell’asset. Infine, il costo medio del capitale ponderato scende se una migliore strategia innalza il rating e riduce il premio specifico per il rischio. Riorganizzare tanti brand e tante diverse società serve anche a questo scopo. La strategia da seguire è semplice: ottimizzare il costo del capitale; puntare alla generazione del cash flow ed evitare diversificazioni poco razionali. Poche regole valide in ogni stagione, ma ancora più auree quando la fase di deleverage si prolunga e lo spread diventa penalizzante. (riproduzione riservata)