Sembra destinata a concludersi in maniera ordinata e in un clima che, a dispetto degli scenari bellicosi tratteggiati negli ultimi giorni sulla stampa, viene definito «di grande concordia», la definizione del ruolo di Raffaele Agrusti nell’organigramma del gruppo Generali.

Il cda della compagnia triestina, riunitosi nel pomeriggio di venerdì 5 luglio, ha infatti ratificato la decisione già presa dal board di Generali Italia di nominare amministratore delegato l’attuale country manager per l’Italia. Ma allo stesso tempo avrebbe dato mandato al group ceo, Mario Greco, di trovare in prospettiva un sostituto di Agrusti. Quest’ultimo rivestirà il ruolo di ad di Generali Italia fino all’approvazione del bilancio 2013 della nuova società, quindi fino alla primavera del 2014. Ma è molto probabile che il manager friulano, entrato nel gruppo assicurativo nel lontano 1983 e ultimo top manager della vecchia gestione sopravvissuto al ricambio al vertice deciso da Greco, possa anche lasciare prima della scadenza del suo mandato. Sembra infatti essere questo il gentlemen agreement che sarebbe stato definito tra le parti dopo una lunga e complicata trattativa i cui risvolti mediatici di sicuro non hanno fatto bene alleGenerali, visto che in più di una ricostruzione erano stati fatti balenare presunti dissidi tra Greco e i grandi soci del Leone (Mediobanca, De Agostini, Caltagirone e Del Vecchio) sulla gestione della vicenda Agrusti. Qualcuno era arrivato anche a ipotizzare che fossero stati proprio gli azionisti stabili a spingere Greco, inizialmente determinato a procedere fin da subito alla sostituzione di Agrusti, a fare marcia indietro. Una circostanza che tuttavia non trova riscontro presso i diretti interessati, che invece confermano il pieno sostegno a Greco, non solo nella strategia industriale, ma anche nella scelta del management interno. Una posizione condivisa sia dall’ad diMediobanca, Alberto Nagel, sia dallo stesso Caltagirone, che si sono visti venerdì prima del cda delle Generali. Forse qualche cosa in più si poteva fare dal punto di vista della comunicazione, visto che la trattativa sulla buonuscita tra Agrusti e Greco è stata fatta passare sui media come uno scontro di potere tra il capo azienda e i grandi soci. Ma ormai, salvo sorprese, la vicenda sembra essere chiusa, tanto che viene dato come possibile che Agrusti possa lasciare il gruppo già in autunno. Al suo posto potrebbe arrivare Piermario Motta, attualmente amministratore delegato di BancaGenerali. Proprio in autunno, infatti, scade il lock-up sulla quota del 51,48% ancora detenuta dal Leone dopo il collocamento del 12% dello scorso aprile. Nonostante le smentite di rito, il gruppo triestino, almeno dallo scorso gennaio, sta provando a cedere il controllo di Banca Generali, ma alle attuali valutazioni di mercato nessuno dei soggetti interessati sono disponibili ad avanzare un’offerta. E dunque probabile che in autunno Generali collochi un altro 21%, scendendo così al 29,9%. (riproduzione riservata)