In Francia la Corte dei Conti ha reso noto un rapporto sugli averi bancari e i contratti di assicurazione vita dormienti.

È stato valutato in circa 4 mld di euro  il risparmio “dormiente” investito in contratti vita e conti correnti bancari di titolari deceduti o irreperibili.

Il presidente della Corte ha anche rilevato che le spese di gestione dei conti bancari sono variabili da istituto a istituto, ma possono anche raggiungere i 500 euro e assorbire la totalità del risparmio.

Le somme relative ai conti bancari sarebbero circa 1,2 mld di euro, rappresentati per lo più da libretti A di clienti anziani ancora registrati ma deceduti da tempo o conti inattivi da oltre dieci anni.

Per quanto riguarda le assicurazioni vita il beneficiario non è sicuro di ottenere un versamento rapido delle somme.

Per tutelare i risparmiatori la Corte suggerisce di trasferire il risparmio dormiente alla Caisse des Dépôts, che  avrebbe l’obbligo di non toccare il capitale. Due anni dopo un decesso le banche dovrebbero trasferire i fondi dormienti alla CDC e i conti inattivi dovrebbero essere trasferiti dopo dieci anni, così come i contratti vita non reclamati. La Corte raccomanda anche che i  notai possano aver accesso agli archivi dei conti bancari nelle successioni. Per le polizze vita la Corte ritiene che il capitale dopo il decesso dovrebbe essere rivalutato alle stesse condizioni di prima per incitare le compagnie a cercare gli eredi.

La Corte auspica quindi la creazione di un nuovo quadro giuridico per il risparmio dormiente che tuteli maggiormente gli aventi diritto.