di Andrea Di Biase

Si terrà martedì 6 agosto, davanti al Tribunale civile di Milano l’udienza per discutere la richiesta di sequestro cautelativo sui beni della famiglia Ligresti (ad eccezione di Paolo, che è cittadino svizzero) e degli altri manager oggetto di azione di responsabilità, avanzata dalla nuova gestione del gruppo Fondiaria-Sai.

Lo ha annunciato l’ad di Unipol e FonSai, Carlo Cimbri, nel corso dell’assemblea di ieri che ha dato il via libera al 99,99% a una nuova richiesta risarcitoria nei confronti degli amministratori della precedente gestione per alcune «operazioni minori», realizzate dalla compagnia e dalla controllata Milano Assicurazioni con parti correlate riconducibili alla famiglia Ligresti: il contratto Europrogetti nell’area Castello a Firenze, con un danno per FonSai di 27 milioni, la ristrutturazione del Golf hotel di Madonna di Campiglio (4 milioni di danni per la Milano), e infine contratti di marketing con la Gilli, la società di pelletteria fondata da Giulia Ligresti, con danni per il gruppo di altri 1,2 milioni. Si tratta di operazioni che non rientravano tra quelle passate al setaccio dal commissario ad acta Matteo Caratozzolo, sulle quali le assemblee di FonSai e Milano si erano già pronunciate a favore di una richiesta di risarcimento danni per 245 milioni. Ora, alla luce delle delibere delle assemblee di ieri, il conto sale di altri 32 milioni, arrivando a 277 milioni.

Ma ci sono reali possibilità per il gruppo FonSai di recuperare almeno una parte del danno subito? I legali della compagnia sembrano convinti di sì, non solo sulla base del patrimonio off-shore della famiglia, che non rientrerebbe però nella richiesta di sequestro conservativo, ma anche di beni mobili e immobili tuttora intestati ai Ligresti e agli altri amministratori oggetto di azione di responsabilità, per i quali è stato invece chiesto al giudice il congelamento cautelativo.

Parlando di fronte ai soci, Cimbri ha inoltre assicurato che, qualora le inchieste attualmente in corso da parte della magistratura dovessero sfociare in processi penali, il gruppo valuterà «la costituzione di parte civile» verso chiunque, incluse le società di revisione, fosse indiziato di avere contribuito a depauperarne il patrimonio. Cimbri ha fatto anche il punto sul progetto di fusione tra Premafin, FonSai ed eventualmente Milano con Unipol Assicurazioni. Dopo l’autorizzazione dell’Ivass, le assemblee delibereranno «tra fine settembre e inizio ottobre», ha sottolineato il numero uno del gruppo bolognese, sottolineando che l’esito dell’indagine Consob sul portafoglio di titoli strutturati di Unipol non dovrebbe essere un elemento ostativo alla fusione. «Consob», ha spiegato Cimbri, farà le sue valutazioni e tirerà le conclusioni ma non è che la Consob si deve esprimere sulla fusione, quello l’ha già fatto l’Ivass sentendo tutte le altre autorità». Per quanto riguarda, invece, l’invito dell’Ivass a intraprendere una politica dei dividendi cauta, in modo da non intaccare il margine di solvibilità, l’ad diUnipol si è detto d’accordo con l’autorità di vigilanza. Dopo l’estate si conoscerà infine chi tratterà in esclusiva con Unipol la cessione degli 1,7 miliardi di premi chiesta dall’Antitrust. Cimbri non ha tuttavia voluto dare indicazioni su chi sta partecipando alla gara, limitandosi a sottolineare che ci sono una decina di manifestazioni di interesse. Quanto al finanziere americano, Warren Buffet, indicato come uno dei soggetti interessati, Cimbri si è limitato a dire: «Non lo conosco». (riproduzione riservata)