Il dettaglio sul conto economico e lo stato patrimoniale delle imprese di assicurazione europee e americane riportato nella banca dati ISIS, Bureau Van Dijk, consente di esaminare l’andamento comparato della profittabilità nei settori assicurativi di alcuni importanti paesi europei (Francia, Germania, Italia e Regno Unito), messi a loro volta a confronto con il valore medio di un campione di sette paesi (che, oltre a quelli analizzati, includono Austria, Olanda e Svizzera) rappresentativo del mercato europeo (la Spagna e la Svezia non sono state considerate in quanto hanno adottato un nuovo modello di bilancio che non permette un confronto con gli anni precedenti). La banca dati raccoglie le informazioni messe a disposizione da Fitch-IBCA su un campione di imprese che rappresenta oltre il 90% del mercato. Il periodo di osservazione va dal 2007 al 2011.
Le imprese che esercitano il ramo danni
Nel 2011 le imprese del campione europeo considerato censite da ISIS che esercitavano il ramo danni erano 821, di cui 231 in Germania, 146 nel Regno Unito, 139 in Francia e 89 in Italia.
La redditività delle imprese è misurata dal Return on Equity (ROE), ossia il rapporto tra l’utile prima delle tasse e i mezzi patrimoniali, o capitale proprio (definito come somma del capitale sottoscritto, delle riserve per azioni proprie, delle riserve di perequazione, altre riserve e del riporto utili).
Nel 2011 l’andamento della profittabilità per il campione europeo analizzato si è indirizzato verso un ribasso, passando dal 7,4% nel 2009 al 6,4% nel 2010 e al 5,7% nel 2011; il ROE dell’impresa mediana italiana era nel 2011 molto inferiore alla media europea, registrando appena l’1,9%, in calo rispetto al 3,3% nel 2010 e, ancor di più, rispetto al 6,0% nel 2009, mentre la redditività dell’impresa mediana inglese, seppur con un gap inferiore, scende lievemente dall’8,4% nel 2009 all’8,1% nel 2011. Di segno opposto è stata invece la variazione del ROE delle imprese francesi, che passano progressivamente dal 9,0% nel 2009 al 10,8% nel 2011, e delle imprese tedesche, pari al 4,2% nel 2011, dal 3,7% nel 2010.
È possibile ottenere un’informazione della dispersione delle imprese attorno al valore mediano calcolando la distanza interquartile, ossia la differenza tra i valori degli indicatori riferiti alle imprese che rappresentano, rispettivamente, il primo e il terzo quarto delle imprese ordinate per profittabilità crescente.
Nel 2011 in Italia si è continuata a osservare, seppur con una differenza molto più contenuta rispetto agli anni precedenti, la più ampia dispersione delle imprese (21 punti percentuali) rispetto agli altri paesi analizzati, in particolar modo rispetto alla media del campione europeo, pari a 15 punti percentuali.
Subito dopo l’Italia seguono la Francia con 20 punti, il Regno Unito con 18 e, infine, la Germania con 11.
Nel 2011 il combined ratio, definito come la somma tra il loss ratio e l’expense ratio delle imprese mediane, ha registrato una diminuzione in tutti i paesi analizzati, fatta eccezione per il Regno Unito, dove è passato dal 97,1% nel 2010 al 100,7% nel 2011, rappresentando così il valore più alto. La media del
campione europeo analizzato si è attestata al 96,5%; seguono, appena sopra la media, le imprese italiane con un valore pari al 96,9%, quelle francesi con il 97,3% e, infine, quelle tedesche con il 97,7%.
La differenza tra il primo e il terzo quarto del campione di imprese era di 19 punti percentuali nel campione europeo, 16 nel Regno Unito e 14 in Francia, in Italia e in Germania.
Nello stesso anno l’expense ratio è migliorato a livello europeo passando dal 27,7% nel 2010 al 27,3% nel 2011, con la Francia scesa al 24,2% (dal 26,3% nel 2010), la Germania al 27,6% (dal 28,2% nel 2011) e l’Italia passata dal 33,4% nel 2010 al 30,4% nel 2011; unica eccezione è stato il Regno Unito, che ha registrato nel 2011 un peggioramento dell’indicatore raggiungendo il 37,9%, dal 35,1% nel 2010.
La differenza tra il primo e il terzo quarto della distribuzione delle imprese è risultata più alta in Italia e nel Regno Unito con 27 punti percentuali, mentre più bassa in Francia e Germania con 18 punti percentuali (la dispersione media delle imprese del campione europeo è risultata pari a 24 punti percentuali).
Rispetto all’anno precedente, nel 2011 il solvency ratio dell’impresa mediana è risultato in lieve rialzo a livello europeo, passando dal 29,4% al 30,0%, e nel Regno Unito, raggiungendo un valore pari al 30,8%, dal 30,0% nel 2010. In tutti gli altri paesi considerati, invece, il suddetto rapporto ha registrato una diminuzione, in particolare in Germania (dal 39,1% nel 2010 al 37,9% nel 2011), in Italia (dal 18,6% al 18,0%) e in Francia (dal 27,0% al 26,8%).
La differenza tra primo e terzo quarto della distribuzione delle imprese è risultata nel 2011 decisamente più ampia nel Regno Unito con 39 punti percentuali, a seguire la Germania con 30 punti, la Francia con 26 e l’Italia con 21 (la dispersione media delle imprese del campione europeo analizzato è stata pari a
32 punti percentuali).
Le imprese che esercitano il ramo vita
Nel 2011 le imprese che esercitavano il ramo vita censite da ISIS nel campione europeo considerato erano 533, di cui 273 in Germania, 81 in Francia, 71 in Italia e 45 nel Regno Unito.
Il rendimento sul capitale proprio dell’impresa mediana è risultato in forte calo in Italia, passando dal 2,1% nel 2010 a un valore negativo e pari a -9,8% nel 2011; seguono la Francia, arrestatasi al 5,9% dall’8,4% nel 2010, e il Regno Unito, che passa dal 10,9% nel 2010 al 9,2% nel 2011, comunque al di sopra della redditività delle imprese del campione europeo, pari al 5,5% nel 2011 (7,2% nel 2010). In lievissima crescita rispetto all’anno precedente sono risultati, invece, solo i rendimenti delle imprese mediane tedesche, che hanno raggiunto un valore dell’indicatore pari al 6,9%, dal 6,8% nel 2010.
In merito alla dispersione della redditività delle imprese intorno al valore mediano, nel 2011 il valore più alto viene registrato dall’Italia, con una differenza tra il primo e il terzo quarto della distribuzione pari a 40 punti percentuali, seguita dal Regno Unito con 26 punti, dalla Germania con 13 (un punto in più rispetto alla dispersione media europea) e dalla Francia con 10 punti percentuali.
Rispetto all’anno precedente, nel 2011 l’expense ratio dell’impresa mediana ha registrato un aumento, a eccezione della Germania, soprattutto nel Regno Unito, crescendo dal 22,4% nel 2010 al 26,0%, seguito dalla Francia, con un indice pari al 10,8%, dal 9,9% nel 2010, e dall’Italia, che passa dal 6,7% al 9,0%. Anche a livello europeo l’indice è cresciuto dal 9,0% nel 2010 al 9,3% nel 2011. In lieve calo, invece, l’indice della Germania che, nel 2011, ha registrato una lieve diminuzione delle spese di gestione sui premi (dall’8,2%
all’8,0%). La mediana e la distribuzione variano notevolmente da paese a paese anche in ragione dell’incidenza del business di tipo linked che, generalmente, ha un expense ratio inferiore. Nel 2011 la differenza tra primo e terzo quarto della distribuzione delle imprese è stata di 74 punti percentuali nel Regno Unito, 11 in Francia, 10 in Germania (pari alla dispersione del campione europeo) e 7 in Italia.
Nello stesso anno il rendimento degli investimenti è peggiorato come media europea, passando dal 3,8% nel 2010 al 2,5% nel 2011; in particolare nel Regno Unito la redditività dell’impresa mediana ha subito un brusco calo attestandosi al 2,5%, dall’8,8% nel 2010, seguito dalla Francia che è passata dal
3,8% all’1,8% e, infine, dalla Germania che ha registrato il calo più contenuto, raggiungendo nel 2011 un valore pari al 3,5% (3,9% nel 2010). La performance maggiormente negativa è stata registrata dalle imprese italiane, con un valore dell’indicatore pari allo 0,4% (2,8% nel 2010).
Nel stesso anno si registra un aumento della dispersione nel campione europeo rispetto al 2010: la differenza più alta tra primo e terzo quartile è stata registrata dal Regno Unito con 6,3 punti percentuali, seguita da Italia (2,1), Francia (1,6) e, infine, Germania con 2,1 punti.
Rispetto all’anno precedente, nel 2011 il solvency ratio dell’impresa mediana è risultato in rialzo solamente in Francia, passando dal 5,4% al 5,7%. In tutti gli altri paesi, invece, il suddetto rapporto ha registrato una diminuzione: in Italia dal 5,5% nel 2010 al 5,2% nel 2011, seguita dal Regno Unito (dal 6,0% al 5,9%) e, infine, dalla Germania (dal 3,6% al 3,5%). La media del campione europeo è rimasta invece sui livelli dello scorso anno (4,5%).
La differenza più alta tra primo e terzo quarto della distribuzione delle imprese è stata registrata nel Regno Unito, con 28,7 punti percentuali (maggiore rispetto a quella del 2010); mentre un valore di dispersione più contenuto rispetto allo scorso anno è stato osservato in Francia (10,5). In tutti gli altri paesi analizzati la differenza è rimasta stabile rispetto all’anno precedente e, in particolare, pari a 4,8 punti percentuali in Italia e 3,5 in Germania, entrambi i valori inferiori alla dispersione media europea pari a 6,3 punti percentuali.
Fonte: ANIA, L’assicurazione italiana 2012-2013