La divisione wealth management di Azimut, che opera su tutte le reti (Azimut Consulenza, AZ Investimenti e Apogeo) e progetti (tra cui Azimut Global Advisory) del gruppo, si è rafforzata, ma il potenziamento del business non è affatto concluso. «Stiamo reclutando un team di top banker con portafogli medi superiori a 100 milioni», annuncia Paolo Martini, direttore commerciale di Azimut.

Attualmente quest’ultimo valore si situa su 30 milioni. «Abbiamo fatto tanta strada negli ultimi anni e siamo passati da quelli bravi che gestiscono bene i fondi comuni a una realtà che è in grado oggi di soddisfare tutte le esigenze del patrimonio personale, familiare e aziendale dei clienti, anche i più complessi».

Il progetto di Azimut WM ha preso il via alla fine del 2009 «per creare un nuovo modello sul mercato che prendesse il meglio dei due mondi, le reti e il private banking. Oggi crediamo sia una scommessa vinta, se si guardano i risultati ottenuti e il fatto che altre realtà si stanno attrezzando con progetti simili al nostro. Operiamo attraverso 130 professionisti di alto standing ed esperienza e contiamo circa 4 miliardi di euro in gestione. Da inizio anno a oggi la raccolta netta di risparmio gestita è di circa 520 milioni», precisa Martini. Intanto la struttura prosegue con successo il percorso di sviluppo. Negli ultimi mesi sono stati inseriti 50 nuovi professionisti provenienti esclusivamente dal mondo bancario e che desiderano lavorare e crescere in un ambiente lontano dalle logiche standard del private banking. «Da noi i rapporti umani sono fondamentali: offriamo al private banker la possibilità di non essere un numero, lavorando in una società che ha un modello partecipativo che valorizza le risorse capaci che meritano di guadagnare per il valore che portano».

In questi ultimi anni il gruppo è cresciuto molto, ha completato la piattaforma di prodotti e servizi che comprende anche strumenti specializzati (come ad esempio i Sif). «Abbiamo introdotto servizi per esigenze specifiche, come l’analisi del portafoglio (Sap), l’analisi dell’impresa (Sai) e quella sul passaggio generazionale (Sag). Abbiamo ampliato l’offerta bancaria, in una logica di full outsourcing, dal servizio più semplice al più complesso come i finanziamenti, grazie a un recente accordo con Ubs. Investiamo molto per supportare il professionista nello sviluppo delle relazioni e della clientela, anche con iniziative commerciali innovative, come l’invito a provare, tramite un investimento virtuale, il Cat bond fund», conclude Martini. (riproduzione riservata)

Francesca Vercesi