Il presidente dell’ANIA Aldo Minucci è intervenuto, nel corso della sua relazione in occasione dell’Assemblea annuale tenutasi ieri a Roma, sul tema della distribuzione assicurativa, sottolineando come il dibattito istituzionale sulla distribuzione assicurativa in Italia, negli ultimi anni, sia stato condizionato

da una visione politica interamente concentrata – “quasi un’ossessione” – sui prezzi della r.c. auto.

Partendo dal presupposto che gli elevati livelli tariffari dell’assicurazione obbligatoria traessero origine da una limitata concorrenzialità del mercato e con l’intento di favorire il cliente nella ricerca dei prezzi migliori, la ricetta è stata quella di perseguire la c.d. “apertura delle reti di distribuzione” imponendo il divieto  di inserire la clausola di esclusiva nei rapporti tra una compagnia e un agente.

E’ stata poi creata la  “libera collaborazione” tra agenti, ossia la possibilità che un agente possa favorire la sottoscrizione di una polizza con una compagnia con cui non ha un mandato di rappresentanza.

Questi interventi, secondo Minucci,  “non hanno centrato – né potevano farlo – l’obiettivo di una riduzione dei prezzi della r.c. auto. Il livello tariffario, in Italia come altrove, è strettamente connesso col

costo dei sinistri e non è con misure sulla distribuzione che vi si può incidere”.

Minucci ha ribadito che quello italiano “è un mercato pienamente concorrenziale, ed ampia è l’offerta delle imprese in termini sia di gamma di prodotto sia di canali di distribuzione, con la presenza di broker, agenti con uno o più mandati, vendita diretta tramite dipendenti o internet.

Per avere contezza dell’ampia e differenziata offerta di coperture basta collegarsi con il preventivatore

unico gestito dall’IVASS o con i siti internet delle imprese”.

Gli interventi normativi recenti non hanno secondo l’ANIA portato benefici significativi alla categoria.

“Anzi, molte delle disposizioni introdotte – ad esempio, l’home insurance e il contratto base – favoriscono la disintermediazione delle reti distributive tradizionali, strette tra l’avanzare rapido della tecnologia, che aumenta le potenzialità della vendita diretta, e l’inevitabile, progressiva riduzione delle provvigioni di distribuzione”.

Per contrastare tale tendenza, c’è una sola strada secondo l’ANIA: offrire un servizio di ancora più elevata

qualità e specializzazione, a un numero maggiore di clienti. Gli agenti hanno un compito impegnativo da svolgere per i prossimi anni, quello di ridurre – con il supporto delle compagnie – la storica sottoassicurazione che caratterizza il mercato danni italiano. “Solo così gli agenti potranno garantire un futuro stabile alle proprie aziende e ai loro 200 mila collaboratori. Le imprese, d’altronde, hanno interesse a rafforzare il rapporto fiduciario con gli agenti perché hanno sempre creduto e continuano a credere nel valore competitivo delle reti tradizionali, nella loro capacità di essere vicine alle esigenze dei clienti. Per costruire legami solidi nel tempo è necessario, però, che ci sia condivisione sul significato del rapporto fiduciario”.

Tale rapporto è stato messo in discussione da una recente istruttoria avviata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: un’istruttoria diretta ad accertare se alcune clausole del mandato poste in essere da otto compagnie avessero la finalità di impedire lo sviluppo del plurimandato.

“Non condividiamo l’assunto dell’Autorità, in quanto le clausole dei contratti di agenzia messe sotto esame sono pienamente conformi alla natura intrinseca del rapporto fiduciario che si instaura tra un’impresa e i suoi agenti. Siamo fiduciosi, pertanto, che alla fine di questa istruttoria emergerà con chiarezza che le imprese di assicurazione hanno sempre tenuto comportamenti coerenti con il quadro normativo.

Una diversa conclusione metterebbe a rischio l’attuale struttura del modello distributivo e porterebbe le imprese a rivedere complessivamente gli assetti negoziali che regolano i mandati agenziali”.

La vicenda si colloca in un periodo caratterizzato dalla ripresa delle relazioni tra l’Associazione e le organizzazioni agenziali. “Dopo anni di interruzione dei rapporti, conclude Minucci, abbiamo annunciato la volontà di riavviare il dialogo, per cercare possibili convergenze sull’attuazione delle norme recentemente introdotte, come quella della libera collaborazione, e per studiare insieme, nel più lungo termine, la possibilità di individuare nuovi assetti negoziali”.