di Andrea Di Biase

Unipol è ormai a un passo dal prendere il controllo di Premafin. Nelle prossime ore la holding presieduta da Giulia Ligresti dovrebbe infatti dare esecuzione all’aumento di capitale da 400 milioni riservato alla compagnia bolognese, che, secondo il contratto firmato lo scorso 29 gennaio, deve essere sottoscritto entro venerdì 20 luglio. «Le dimissioni del cda Premafin erano una delle condizioni del contratto, per cui si può procedere con il medesimo», ha affermato ieri l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, prima di recarsi in Mediobanca per illustrare a banche e fondi di investimento il piano di integrazione con Fondiaria-Sai. Il cda di Premafin è infatti formalmente decaduto, dopo che sei consiglieri (Gualtiero Giombini, Riccardo Flora, Carlo Amisano, Filippo Garbagnati Lo Jacono, Giuseppe Lazzaroni e Ernesto Vitiello) hanno presentato lettere di dimissioni, che diventeranno efficaci con la sottoscrizione e integrale liberazione da parte di Unipol dell’aumento. Una volta che i bolognesi avranno preso il controllo di Premafin, in base al contratto, dovrebbero rassegnare le dimissioni anche gli attuali consiglieri di FonSai e Milano Assicurazioni e pertanto dovrebbero essere convocate le assemblee per il rinnovo delle cariche sociali. È possibile che il nuovo cda di Premafin targato Unipol possa essere nominato già a fine agosto. Il board della holding ha infatti convocato l’assemblea per il 23 agosto. All’ordine del giorno ci sarà anche l’eventuale revoca della delibera sull’aumento di capitale riservato a Unipol, chiesta dal custode giudiziale dei trust off-shore, Alessandro Della Chà. In quell’occasione il gruppo bolognese si presenterà con l’83% del capitale di Premafin. Il risultato dovrebbe essere dunque scontato, ma c’è chi ipotizza cavilli giuridici che potrebbero trasformarlo in un percorso a ostacoli con Unipol inibita al voto perché in conflitto di interessi. Una prospettiva che a Bologna sembrano considerare remota. Le chance di Sator e Palladio Finanziaria di ritornare in partita sembrano dunque assottigliarsi sempre più, anche perché ieri i due investitori hanno incassato anche il giudizio sfavorevole del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso contro l’ordinanza del Tar del Lazio che non aveva accolto la richiesta di sospensiva dell’operazione di integrazione tra Unipol, Premafin e FonSai. Ieri intanto Cimbri e i vertici di Unipol hanno iniziato il roadshow incontrando in Mediobanca una ventina di investitori italiani (Pioneer, Fideuram, Equita, Albertini eccetera) ed esteri (Barclays, Ubs, Bnp, Amundi) per illustrare l’operazione e invogliarli a partecipare al doppio aumento di capitale da 2,2 miliardi. Il crollo dei diritti d’opzione dei quattro titoli coinvolti nell’operazione (si veda tabella in pagina), comune nei primi giorni ad operazioni così diluitive, non ha impedito agli analisti di Equita di consigliare ai propri clienti di investire nel nuovo aggregato proprio attraverso l’acquisto dei diritti. Equita ha confermato il buy anche su Milano Assicurazioni «che rimane il best pick tra i titoli coinvolti nel piano di integrazione». «Grazie ai concambi favorevoli», sostiene Equita, «resta il miglior modo per giocarsi Unipol-Fon- Sai». (riproduzione riservata)