di Andrea Montanari

La giornata odierna può rappresentare lo spartiacque nell’operazione di integrazione tra Unipol e Fondiaria-Sai. Perché in base a quello che decideranno i giudici del Tribunale amministrativo del Lazio in merito al ricorso avanzato da Sator e Palladio si capirà il destino della compagnia assicurativa partecipata da Premafin, le sorti di quest’ultima e anche il futuro industriale del gruppo di Bologna. Perché se il Tar non accoglierà il ricorso darà implicitamente il via libera all’aggregazione che partirà, come nelle attese del mercato, lunedì 16, giorno già fissato per l’avvio dei due aumenti di capitale da 1,1 miliardi di Unipol e FonSai. Prospettiva che vede tutti schierati in prima linea – società e banche in testa – e che necessita solo del nullaosta di Consob alla pubblicazione dei prospetti informativi: via libera atteso per domani. In caso contrario, ossia se i giudici del tribunale del Lazio accoglieranno il ricorso, l’integrazione verrà giocoforza congelata almeno per un paio di mesi. E in questo scenario il rischio di un commissariamento di FonSai è elevato. Anche se si tratterebbe, con ogni probabilità, di un’amministrazione straordinaria temporanea finalizzata alla ripresa della fusione con Unipol e alla ristrutturazione dopo settembre. Fino a ieri, comunque, le aspettative di molti dei soggetti coinvolti erano quelle di una conferma della timeline indicata al mercato. «La speranza è partire il 16 luglio», ha dichiarato l’ad di FonSai, Emanuele Erbetta. «L’obiettivo è quello». Tanto che oggi si riunirà il cda della compagnia ed è stato allertato quello della controllante Premafin Finanziaria, pronta a sua volta a chiedere a Unipol una proroga, a fine settembre-inizio ottobre, in merito al contratto di esclusiva che scade venerdì 20. Termine che rischia di far scattare l’escussione del pegno da parte delle banche che hanno prestato 368 milioni a Premafin ma che sono pronte a retrocedere in cambio del rinnovo dell’accordo con la compagnia di Bologna. Il ruolo degli istituti di credito nella maxi-fusione è centrale. Per questo si stringono i tempi per la firma del consorzio di garanzia composto da Mediobanca, Unicredit, Credit Suisse, Ubs, Nomura, Deutsche Bank, Barclays e Morgan Stanley. Il pool ha aderito pienamente all’operazione e al momento non sono arrivate comunicazioni formali da parte di Morgan Stanley, che secondo alcune valutazioni potrebbe sfilarsi all’ultimo momento. Entro venerdì ma secondo alcuni fonti già domani prima ancora del nullaosta Consob, le banche firmeranno la garanzia per le ricapitalizzazioni che così partiranno sotto i migliori auspici. «Siamo in attesa delle decisioni di Consob sul prospetto. Non sto tutti i giorni a discutere del consorzio ma mi risulta che le cose siano a posto», ha dichiarato ieri l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni. Al quale ha fatto eco il dg di FonSai, Piergiorgio Peluso, secondo il quale «il consorzio di garanzia è ben instradato. Ci sono alcune banche che stanno facendo valutazioni ma tutto procede positivamente». Perché l’obiettivo dichiarato è chiudere le ricapitalizzazioni entro l’estate e poi procedere con l’aggregazione. In borsa l’attenzione sul deal resta alta: Premafin ha chiuso a 0,18 euro (+4.9%), FonSai a 66,5 euro (+9%), Milano Assicurazioni a 0,248 euro (+3.77%) e Unipol a 14,8 euro (+1.37%). Nel frattempo, ieri, l’assemblea dei soci della Milano ha eletto il nuovo cda a 12 nel quale sono entrati il dg di FonSai, Piergiorgio Peluso ed Enrico De Cecco che affiancano Paolo Arbarello, Barbara De Marchi, Emanuele Erbetta (ad), Giuseppe Lazzaroni, Nicola Maione, Nicola Miglietta, Ugo Agostino Milazzo, Massimo Pini, Antonio Salvi e Alessandra Talarico. Infine, è di ieri la notizia che l’agenzia Fitch ha ritirato il rating (B+) su FonSai e le sue controllate. (riproduzione riservata)