di Anna Messia

È il dato peggiore dall’inizio dell’anno. A giugno i fondi comuni hanno registrato una raccolta netta negativa per 4,6 miliardi aggravando le perdite che avevano già subito nei mesi precedenti. Sia ad aprile (-1,2 miliardi) sia a maggio (-1,3 miliardi), i riscatti netti erano stati tutto sommato contenuti e lo scorso marzo c’era stato addirittura un dato positivo (+1,9 miliardi) che aveva dato l’illusione che il settore fosse in grado di invertire la tendenza. Ma a giugno è arrivata una nuova doccia fredda che ha riportato il mercato dei fondi alla realtà, anche se si tratta ancora di risultati parziali visto che quelli completi saranno disponibili solo nella mappa trimestrale di assogestioni, perché alcune società estere diffondono i dati soltanto ogni tre mesi. Ma in ogni caso i numeri diffusi ieri hanno trascinato il bilancio da inizio anno in rosso per oltre 10 miliardi e hanno riportato indietro il settore al 2011, quando i riscatti avevano toccato punte ben più alte (fino addirittura ai 9,5 miliardi persi a dicembre del 2011) e in un anno i deflussi avevano superato i 40 miliardi. Nonostante l’accelerazione dei riscatti il settore del risparmio gestito è però riuscito fortunatamente a chiudere con il patrimonio in crescita. Grazie al buon andamento dei mercati, che ha consentito ai fondi di registrare performance positive, il patrimonio è salito a 954 miliardi rispetto ai 950 miliardi di fine maggio. Analizzando invece la tipologia di raccolta, i riscatti più pesanti a giugno sono stati subiti dai prodotti azionari (-767 milioni) che da gennaio hanno perso più di 4 miliardi, e dai flessibili (-676 milioni), mentre i prodotti monetari hanno perso 621 milioni. In rosso anche i bilanciati, che hanno chiuso in flessione per 140 milioni. Gli unici fondi che hanno tenuto la rotta sono stati gli obbligazionari. Anche il mese scorso questi strumenti hanno continuato ad attrarre sottoscrittori che hanno affidato ai gestori che investono in bond quasi mezzo miliardo (+498 milioni) tanto che da inizio anno i fondi obbligazionari sono positivi per più di 8 miliardi. Netto poi, come al solito, il divario tra prodotti di diritto italiano e fondi di diritto estero: i primi a giugno hanno perso altri 1,9 miliardi, portando il bilancio da inizio anno in negativo per oltre 11 miliardi. Mentre i prodotti di diritto estero hanno continuato a rosicchiare quote di mercato (a giugno +120 milioni) e da inizio anno sono positivi per quasi 6 miliardi. Sul fronte societario, infine, le prime sgr del mercato hanno chiuso in negativo. Intesa Sanpaolo, per esempio, ha perso 1,58 miliardi. Generali ha chiuso in rosso per 510 milioni e Pioneer, del gruppo Unicredit, ha perso più di 1 miliardo. A muoversi in controtendenza (in ordine decrescente di patrimonio gestito) sono state: la società di gestione di Poste Italiane (267 milioni), Axa (158 milioni), Amundi (14,2 milioni), Franklin Templeton (positiva per 225 milioni), Bnp Paribas (153 milioni) e infine Azimut, che ha chiuso il mese di giugno con una raccolta positiva di 191 milioni. (riproduzione riservata)