Dopo una riunione fiume durata sette ore, nella notte tra giovedì e venerdì è arrivato il via liberada parte del consiglio dei Ministri al decreto legge contenente «disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati»: la cosiddetta spending review, che approderà nell’aula della Camera il 31 luglio. Con gli interventi disposti nel decreto, rende noto Palazzo Chigi in un comunicato, «il risparmio per lo stato sarà di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014»: per un totale, quindi, di 26 miliardi di risparmi in tre anni. «Prevediamo nelle prossime settimane – ha detto Mario Monti in conferenza stampa – un terzo provvedimento sulle agevolazioni fiscali, la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base delle analisi effettuate da Amato e Giavazzi». L’eliminazione degli eccessi di spesa produrrà «una serie di benefici concreti per i cittadini», ha aggiunto il Governo. Permetterà, anzitutto, di evitare l’aumento di due punti percentuali dell’Iva per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo semestre del 2013. Grazie al risparmio ottenuto sarà inoltre possibile estendere la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal decreto legge «Salva Italia» ad altri 55.000 soggetti, anche se maturano i requisiti per l’accesso al pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011. Complessivamente, l’importo a favore dei lavoratori «salvaguardati» è di 1,2 miliardi, a partire dal 2014. Tra le altre novità contenute nel decreto c’è il dimezzamento delle Province, dalle attuali 110 a una cinquantina (le modalità per la loro sopravvivenza saranno però rese note solo tra dieci giorni). Caleranno poi i trasferimenti per Regioni, Province e Comuni. Tra gli altri interventi anche quello sui cda della miriade di società pubbliche (che potranno avere solo 3 membri), il dimezzamento della spesa per le famigerate auto blu, la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, la soppressione di 37 tribunali e di 38 procure e la cancellazione delle 220 sezioni distaccate esistenti in tutta Italia. il Uno dei tagli più contestati riguarda poi la riduzione del 10% del personale e del 20% della dirigenza. Saranno soppresse infine l’Isvap, la Covip, l’Ente nazionale per il Microcredito e la società Arcus spa. Si salva invece dai tagli l’Università, che non perderà i 200 milioni ipotizzati, così come si salvano i mini-ospedali: sparisce infatti la norma, che aveva sollevato tante polemiche, sulla chiusura del piccoli ospedali con meno di 120 posti letto. Alle Regioni è stato però «raccomandato» di procedere alla riorganizzazione della rete ospedaliera «in modo che si evitino doppioni e sovrapposizioni». In ogni caso, sono stati previsti diversi tagli alla sanità. In campo farmaceutico, per esempio, il decreto prevede per il 2012 un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie e le aziende farmaceutiche praticano nei del Servizio sanitario nazionale.