di Anna Messia

Il primo trimestre era andato piuttosto male per i pagamenti tra le imprese, e tutti si aspettavano che a giugno, vista la situazione, le cose sarebbero inevitabilmente peggiorate. Invece, a sorpresa, non solo i mancati pagamenti sono peggiorati meno del previsto, ovvero con un trend meno negativo rispetto agli ultimi mesi. Ma c’è addirittura qualche segnale di miglioramento, con una riduzione dei ritardi. A fare l’analisi del settore è Euler Hermes, società specializzata nell’assicurazione dei crediti, che ogni tre mesi pubblica una ricerca sugli andamenti dei mancati pagamenti delle imprese italiane, raccogliendo le informazioni dalla sua banca dati composta da 450 mila aziende. Un rapporto che analizza sia il numero di mancati pagamenti (ovvero di sinistri) sia l’importo medio e che consente di analizzare il trend del ciclo economico. Perché una crescita dei ritardi può anticipare un successivo aumento delle insolvenze. E mentre nel primo trimestre di quest’anno l’importo medio dei mancati pagamenti nel mercato domestico, ovvero in Italia, era salito del 19%, nel semestre la crescita si è ridotta al 4%. Con un calo anche nell’incremento del numero dei sinistri: nel primo trimestre la crescita, sempre nel mercato domestico, era stata del 38% mentre a giugno è scesa al 32%. Ma la frenata più importante emerge quando si analizza il trend del secondo trimestre rispetto a quello del primo, in particolare per quanto riguarda le transazioni nel mercato italiano, con un calo del 14% dell’importo medio. Come spiegare questa ripresa? «Le aziende italiane, almeno quelle che hanno superato i momenti peggiori, dopo tutte le ristrutturazioni messe in piedi sono evidentemente riuscite a ridurre l’impatto negativo della crisi», risponde Michele Pignotti, capo della regione Paesi Mediterranei, Africa e Medio Oriente di Euler Hermes e country manager di Euler Hermes Italia. Ma l’interrogativo, aggiunge «è per quanto tempo riusciranno a farlo se persisteranno le condizioni negative generali», come «il calo dei consumi e le difficoltà di accesso al credito». Insomma, se non si mettono in campo azioni per lo sviluppo dell’economia, i dati sono destinati di nuovo a peggiorare anche perché dall’estero arrivano informazioni poco rassicuranti. «La Germania tiene e migliora, ma dalle società estere del gruppo stiamo registrando un aumento dei ritardi per Paesi importanti, come la Francia», conclude Pignotti. (riproduzione riservata)