di Anna Messia

Una pioggia di osservazioni. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza sarebbero quasi 150 le lettere recapitate ieri negli uffici dell’Isvap che chiedono all’istituto di controllo del settore assicurativo di modificare, sul filo di lana, la bozza di regolamento che dà attuazione all’articolo 34 del decreto Liberalizzazioni. Si tratta delle regole che obbligano l’intermediario di polizze Rc Auto a presentare al cliente almeno tre preventivi proposti da compagnie assicurative appartenenti a gruppi diversi. Anche per il legislatore mantenere il punto su queste nuove norme è stato tutt’altro che semplice. Tanto che l’articolo 34 è stato più volte modificato prima dell’approvazione definitiva. Nelle prime bozze del decreto si prevedeva addirittura il plurimandato per legge. Poi si è tornati indietro, limitando la novità a un confronto tra tre offerte. Non solo. La legge primaria si è limitata a fissare solo il quadro generale prevedendo la nullità del contratto a vantaggio del cliente in caso di inottemperanza dell’obbligo di confronto e stabilendo multe, sia all’agente sia alle compagnie, che vanno da mille a 10 mila euro. Affidando però all’Isvap il compito di fissare le regole operative per consentire all’assicurato di avere un effettivo vantaggio dalla presentazione dei tre preventivi. Il rischio, facile da intuire, era che l’intermediario (agente di assicurazione o sportellista di banca) presentasse al cliente esclusivamente prodotti meno convenienti di quello proposto dalla casa. Ma proprio sui dettagli operativi, tutt’altro che trascurabili, è scoppiata la bagarre, nonostante l’Isvap, prima di predisporre la bozza di regolamento, abbia chiamato a raccolta tutti i soggetti coinvolti dalle nuove norme. Dai consumatori alle compagnie di assicurazione, dai broker agli agenti. Il risultato? Nonostante le consultazioni preventive, la bozza del regolamento pubblicata da Isvap a inizio luglio sembra scontentare proprio tutti. Le compagnie, rappresentate dall’Ania, per esempio, chiedevano che l’agente fosse obbligato a presentare preventivi standardizzati, uguali per tutti. Mentre l’istituto di controllo ha preferito optare per preventivi personalizzati, che tengano conto delle caratteristiche del singolo cliente. Poi ci sono gli agenti: 12 presidenti di gruppi agenti, da Axa a Zurich, da Generali a Cattolica, insieme a Sna e Unapass, hanno scritto all’istituto sottolineando i rischi che il regolamento, così come è stato scritto, aggravi pesantemente i costi amministrativi, visto che obbliga gli agenti a consegnare al cliente copia cartacea dei documenti e a tenerla anche in ufficio. E non mancano neppure i broker che, secondo il presidente dell’Aiba, l’associazione di categoria, Francesco Paparella, sono stati ingiustamente coinvolti nel regolamento Isvap, che avrebbe dovuto limitarsi agli agenti e alle compagnie di assicurazione, come previsto dalla norma primaria. «Nonostante ciò non vogliamo sottrarci alla regolamentazione, che però così come è delineata nella bozza Isvap non dà alcun beneficio al cliente», dice Paparella, «ma rischia di tradursi esclusivamente in un aggravio di costi destinato a ricadere sui clienti». Secondo i broker, in particolare, gli strumenti indicati da Isvap per confrontare i preventivi (in particolare, TuoPreventivatore preparato dall’istituto stesso) sarebbero inadeguati. Districare la matassa per l’istituto guidato da Giancarlo Giannini non sarà facile. Anche perché l’intenzione dell’Isvap sarebbe di pubblicare il regolamento definitivo entro luglio. Mentre c’è già chi chiede tempi lunghi per l’applicazione delle nuove regole e intanto sta preparando le carte per presentare ricorso al Tribunale amministrativo. (riproduzione riservata)