Stefania Aoi

La vacanza estiva degli italiani si fa sempre meno sicura. La crisi non solo ha convinto molte famiglie a rinunciare al viaggio (-15 per cento rispetto al 2011), ma ha costretto anche coloro che hanno deciso di partire a ridurre il budget in media di 550 euro. E pur di risparmiare molti connazionali hanno già rinunciato, o sembrano intenzionati a farlo, alla tranquillità che può dare un’assicurazione che copre dai rischi che stanno dietro a una settimana trascorsa su una spiaggia tropicale: dai costi delle cure in caso di malattia, fino a quelli legati alla perdita o al furto di un bene di valore. E’ quanto emerge dai numeri pubblicati dalla società di statistica Ipsos, sul “Barometro delle vacanze 2012”. Un’indagine realizzata attraverso colloqui telefonici su un campione di 3.500 europei, proprio per conto di Europ Assistance, uno dei maggiori gruppi assicurativi del settore, con 38 sedi nel mondo, 7mila dipendenti, un fatturato in Italia pari a 337 milioni. Questa stagione insomma non si prospetta delle migliori per gli operatori del comparto. Soprattutto se la tendenza rimane quella descritta nel rapporto Ipsos, dove si legge che gli europei «avranno meno coperture assicurative rispetto al 2011 per gli eventuali problemi legati alle ferie». I dati del Barometro mostrano come in generale nel Vecchio Continente siano soprattutto in calo le assicurazioni sulla casa lasciata incustodita nel periodo del viaggio: solo il 60 per cento dei viaggiatori sembra intenzionato ad assicurarsi

contro furti o danni (-5 punti percentuale rispetto all’anno scorso). Scendono anche le assicurazioni per i guasti al proprio veicolo (59 per cento, in calo di 5 punti rispetto al 2011). Resta invece tra le principali preoccupazioni la salute: due intervistati su cinque pensa di stipulare una polizza per tutelare se stesso o il proprio compagno di viaggio. Il 45 per cento (in calo di 2 punti percentuali rispetto all’anno prima) pensa di sottoscriverla a favore di un familiare rimasto a casa. Un trend che non fa eccezione in Italia dove più di quattro persone su cinque sembrano intenzionate a stipulare una polizza sulla salute. Da noi, chi fa calare la media del totale degli assicurati, sembrano essere soprattutto i turisti fai da te. «I tour operator infatti — spiega il presidente di Astoi Confindustria Viaggi Nardo Filippetti — propongono sempre l’assicurazione a copertura di possibili disguidi ». E secondo alcune stime, ogni anno nel nostro paese vengono assicurati almeno cinque milioni di persone nel momento dell’acquisto di un pacchetto turistico. Se l’assicurazione più richiesta è senza dubbio quella per l’assistenza sanitaria e le cure mediche, subito dopo si posiziona la polizza per evitare di perdere soldi in caso di annullamento della vacanza e quella che tutela in caso di furto, danneggiamento o smarrimento del bagaglio. Le formule più gettonate sono poi quelle che combinano varie coperture, come la polizza base “medico-bagaglio” o la “multirischi” che copre in aggiunta dagli eventi imprevedibili come per esempio le catastrofi (tsunami, terremoto). «Nonostante la crisi e la voglia di risparmiare su tutto, — commenta Filippetti — i nostri clienti in genere appaiono sempre più consapevoli dell’importanza dell’assicurazione viaggi, e sono pronti a stipularne una pur di stare sereni ». Diverso è per i turisti che si muovono da soli. «Il cliente che va in agenzia — spiegano dall’Astoi — ha sempre un interlocutore che lo consiglierà nel migliore dei modi proponendogli le formule di copertura più idonee alla destinazione scelta». Il viaggiatore fai da te deve informarsi da solo e, in tempi di recessione, non sempre si assicura. «Eppure ci sono casi — conclude il presidente Filippetti — in cui una polizza sanitaria è indispensabile come per esempio quando si visitano Paesi in cui le cure mediche sono a pagamento, o molto care come negli Stati Uniti, o ancora dove l’assistenza sanitaria è precaria, o dove è richiesta ai turisti in entrata, come per la Russia». Ma anche quando una polizza non è indispensabile, può sempre capitare di perdere il bagaglio o un bene di valore, di dover disdire un viaggio all’ultimo momento o subito dopo averlo prenotato. In questi casi solo una polizza può limitare il danno. Lo hanno capito bene i francesi, che sono tra gli europei — secondo la ricerca Ipsos — i più attenti a tutelarsi da eventuali incidenti legati al viaggio. Tra i cugini d’Oltralpe, in modo particolare è in crescita di cinque punti percentuale rispetto allo scorso anno il timore legato alla possibilità di un attacco terroristico. Più attenti degli italiani sembrano anche gli inglesi e i belgi, la cui preoccupazione maggiore invece è quella di assicurarsi da un’eventuale perdita degli effetti personali. Gli italiani tagliano il budget per le vacanze, spesso con rischi per la sicurezza