Alessandro Proto, a.d. di Proto organization, e i suoi investitori, saliti quasi al 2% del capitale sociale di FonSai sono «pronti ad appoggiare l’aumento di capitale Unipol» nella compagnia assicurativa «con 200 mln di euro, come dichiarato nei giorni scorsi, ma si stanno verificando troppi fatti che esulano dall’aspetto finanziario e industriale del piano di rilancio della compagnia d’assicurazione ». Con queste parole, Alessandro Proto ha ribadito i suoi dubbi sugli ultimi avvenimenti in Fonsai, aggiungendo che «magistratura, Consob, custodi giudiziari e altro non fanno altro che ostacolare la ripartenza della società, con gravi danni per gli investitori». Proto ha infine auspicato «che si arrivi a una soluzione in tempi brevi». E che il mare continui a essere agitato in casa Fonsai lo dimostra il fatto che, entro settembre, l’assemblea sarà chiamata a votare le azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori. Tra essi, vi sarà il presidente onorario della compagnia, Salvatore Ligresti, chiamato in causa per la maxiparcella da 42 milioni di euro ricevuta per presunte consulenze immobiliari, e dell’ex a.d. Fausto Marchionni, che avrebbe avuto un ruolo centrale nell’accordare i pagamenti. Il manager ha lasciato il timone di FonSai lo scorso anno con una buonuscita di 11 mln, nonostante la compagnia versasse in gravi condizioni patrimoniali. Si rafforza, intanto, la pattuglia di azionisti FonSai che si oppongono all’operazione di integrazione con Unipol e che, al momento opportuno, potrebbero dare manforte alla soluzione alternativa proposta da Sator e Palladio fi nanziaria. L’hedge fund Antares european fund ha rastrellato almeno lo 0,7% del capitale ordinario della compagnia guidata da Emanuele Erbetta. Con questa partecipazione, il fondo, che ha sede nel paradiso fi scale delle Bermuda, ha partecipato all’ultima assemblea di FonSai, il 27 giugno, votando contro la delibera sull’aumento di capitale da 1,1 miliardi. Nel frattempo, la riunione del board della capogruppo Premafi n ha deliberato di proseguire con il piano di fusione proposto da Unipol. Come da copione, non sono mancati i colpi di scena, al termine di un cda durato oltre sei ore e che ha portato tra l’altro alle dimissioni dell’ennesimo consigliere, Mario Zanone Poma. © Riproduzione riservata