Il 23 agosto in prima convocazione e il 28 in seconda. Queste, come annunciato ieri in una nota della holding, le date fissate per l’assemblea dei soci di Premafin richiesta del custode giudiziale Alessandro Della Chà, cui fa capo il 20% della società, con all’ordine del giorno l’eventuale revoca della delibera di aumento di capitale risalenta al giugno scorso. Della Chà aveva motivato la richiesta ritenendo che l’assise di un mese fa non fosse stata messa nella condizione di effettuare una comparazione tra l’offerta di Unipol, in relazione alla quale hanno già preso il via i due principali aumenti di capitale, e quella del tandem composto da Sator e Palladio, ipotizzando così «profili di invalidità delle deliberazioni adottate». Intanto, proseguono le dimissioni dei consiglieri di Premafin per lasciare spazio agli amministratori espressione di Unipol, che con la sottoscrizione (attesa entro domani) dell’aumento riservato da 400 milioni diventerà azionista di riferimento della holding quotata in Borsa. Non si può escludere che proprio l’ordine del giorno dell’assemblea convocata su richiesta di Della Chà possa essere modificato per nominare il nuovo il cda di Premafin espressione della compagnia bolognese guidata dall’ad Carlo Cimbri. Ieri Premafin ha comunicato di avere ricevuto le lettere di dimissioni irrevocabili di Gualtiero Giombini, Riccardo Flora, Carlo Amisano, Filippo Garbagnati Lo Iacono e Giuseppe Lazzaroni. A seguito delle dimissioni è venuta meno la maggioranza degli amministratori di nomina assembleare, sicché l’intero cda di Premafin, ai sensi dell’articolo 10 dello statuto sociale, deve intendersi dimissionario. Nel frattempo, nel secondo giorno degli aumenti di capitale di Unipol e Fondiaria-Sai, da 1,1 miliardi l’uno, la tendenza, almeno per quel che riguarda la compagnia guidata dall’ad Emanuele Erbetta, è rimasta quella di lunedì: pioggia di acquisti sulle azioni ordinarie e di vendite sui diritti relativi alla ricapitalizzazione. Così le ordinarie Fonsai sono balzate dell’89,5% mentre i diritti sono affondati del 64,4% a 9,5 euro. In questo modo, investire sul titolo passando per l’aumento risulta ancora più appetibile del giorno prima: 1,038 euro per azione contro i 4,9 euro richiesti dal mercato. Discorso diverso per Unipol: i diritti hanno proseguito in rosso (-58,9%) così come con segno meno hanno chiuso le azioni ordinarie (-13,4%). Anche in questo caso, però, rimane conveniente investire nel titolo passando per la ricapitalizzazione.