In Italia nel primo semestre del 2012 hanno chiuso i battenti oltre mille imprese al mese, per un totale di 6.321 fallimenti. Se si guarda indietro, dall’inizio del 2009 al giugno 2012 sono 39.159 le imprese che hanno portato i libri in Tribunale. Attualmente il trend registra un aumento del 30% rispetto a tre anni fa. È quanto risulta dall’analisi svolta da Cribis D&B, la società del gruppo Crif specializzata nella business information, che raccoglie milioni di informazioni di pagamento al fine di rilevare le abitudini delle aziende italiane ed estere nei confronti dei propri fornitori, considerate singolarmente o raggruppate per settore. Come andrà il secondo semestre? «Nei prossimi mesi non mi aspetto alcun cambiamento rispetto al trend in atto da inizio anno, al di là delle variazioni congiunturali», spiega Marco Preti, amministratore delegato della società. «Nel secondo trimestre abbiamo assistito a un leggero calo del numero dei fallimenti, che proseguirà anche nel terzo, per ragioni tecniche legate alla chiusura degli uffici giudiziari, ma che si tradurrà a fine anno, secondo le stime, in un incremento del 5% rispetto al dicembre 2011». Se si guarda alla distribuzione dei fallimenti per regione si rilevano situazioni molte diverse. La più colpita è la Lombardia, dove da gennaio hanno dichiarato fallimento 1.384 imprese, oltre un quinto di tutti i casi registrati in Italia nel primo semestre 2012. Al secondo posto si colloca il Lazio con 715 fallimenti e al terzo il Veneto (505). Seguono da vicino Campania (491), Piemonte (480), Emilia Romagna (462) e Toscana (430). Più di 300 casi nel primo semestre si contano poi in Puglia e Sicilia, oltre 200 nelle Marche. Passando dalle regioni ai settori, dallo studio realizzato da Cribis D&B emerge che quasi un quinto di tutte le chiusure aziendali registrate in Italia nel primo semestre 2012 riguarda l’edilizia, che si conferma essere il settore in maggiore difficoltà con 1.345 casi, sommando i microsettori della costruzione di edifici, degli installatori e dell’edilizia specializzata. Una situazione critica confermata dai risultati dello Studio Pagamenti Cribis D&B che negli ultimi anni indica un deciso peggioramento nei tempi di pagamento ai fornitori in questo comparto. «Nell’edilizia la recessione economica si salda con la crisi dell’accesso al credito creando un mix micidiale per le aziende», commenta Preti. La situazione è pesante anche nel business del commercio all’ingrosso (872 fallimenti), al quale si aggiungono le 399 chiusure nei servizi commerciali. Nel settore immobiliare hanno invece portato i libri in Tribunale 311 aziende, schiacciate dalla flessione delle compravendite e dalla frenata nella concessione dei mutui da parte delle banche. Infine a fallire in Italia sono soprattutto le società di capitali (il 77% del totale). In minoranza invece le società di persone (12%) e le ditte individuali (11%). (riproduzione riservata) Ester Corvi