Roma A livello di gruppo, Fondiaria-Sai e Unipol sono rispettivamente al secondo e terzo posto nel ramo danni secondo la classifica di fine 2011 pubblicata dall’Ania, l’associazione delle imprese d’assicurazione. Era di 6,97 miliardi la raccolta premi di Fonsai, e di 4,33 miliardi quella della compagnia di Via Stalingrado. Al primo posto c’era Generali con 7,72 miliardi di raccolta. Se il contrastato progetto di fusione tra Unipol e Fonsai andasse effettivamente in porto, nascerebbe il primo gruppo italiano nel ramo danni, con polizze vendute per oltre 11 miliardi di euro. Il combined ratio, oggi per Unipol a livello di eccellenza con 93, salirebbe il prossimo anno al 96,4 per assorbire gli effetti della fusione, visto che quello che ha il gruppo Fondiaria (112,2) è più elevato. Secondo un recente studio di Intermonte, questo indicatore dovrebbe scendere nel 2014 e nel 2015 per il nuovo gruppo frutto dell’accorpamento rispettivamente a 95,8 e 95,3. Secondo i dati forniti dalla stessa Unipol, nel 2015 il nuovo aggregato assicurativo arriverebbe a un utile di 880 milioni, con un pay out dichiarato tra il 60 e l’80 per cento. Ma utili ci sarebbero anche nel 2013 e 2014. Nel triennio sarebbero di 2 miliardi. Per quanto riguarda i requisiti patrimoniali, Unipol aveva un Solvency 1 di 140 a fine 2011, contro 78 di Fonsai e 134 della controllata (da quest’ultima) Milano. La fusione avrebbe come effetto quello di abbassare i ratios patrimoniali, da qui la necessità di un aumento di capitale da 1,1 miliardi

a cui sarebbero chiamati gli azionisti Unipol. Più uno di pari importo a carico degli azionisti di Fonsai. (a. bon.)