Si spiega un po’ di più il crollo a Piazza Affari delle Assicurazioni Generali risalente al 20 luglio. In altri termini a venerdì scorso, una giornata di Borsa in cui la speculazione ha letteralmente affondato il listino italiano. Eppure, nonostante il generale contesto negativo, il crollo di quasi il 9% delle azioni del gruppo del Leone aveva lasciato di stucco. Tra l’altro, erano anche stati particolarmente elevati i volumi scambiati: erano passati di mano 19,79 milioni di pezzo, con un rialzo del 130% rispetto alla sessione di mercato precedente. «È per i 50 miliardi di titoli di Stato italiani in portafoglio», si diceva, in una giornata in cui lo spread era tornato ad allargarsi in maniera preoccupante. Fuori discussione, per carità, ma ieri è venuta fuori un’operazione che sicuramente deve avere contribuito in maniera rilevante all’andamento di Borsa delle Generali di venerdì scorso. Proprio il 20 luglio, come emerso ieri dalle comunicazioni sull’internal dealing, l’imprenditore nonché vicepresidente del gruppo triestino (senza contare che fa anche parte del comitato esecutivo) Francesco Gaetano Caltagirone ha limato la sua partecipazione nel Leone cedendo una tranche da 750mila azioni per un controvalore di oltre 7,1 milioni di euro. Nel dettaglio, a vendere è stata Gamma Srl, una delle società della galassia dell’ingegnere-editore romano, che ha venduto a un prezzo di 9,5 euro per azione (il 20 luglio le Generali in Borsa hanno terminato a 9,10 euro) per un controvalore di 7,125 milioni di euro. Il costruttore romano è anche tra gli azionisti forti del Leone (non a caso fa parte del gruppo di soci industriali che all’inizio del mese di giugno hanno spodestato dal trono l’ad Giovanni Perissinotto, che il primo agosto sarà sostituito da Mario Greco). In particolare, Caltagirone, con l’operazione di qualche giorno fa, dovrebbe essere sceso al 2,24% circa del gruppo triestino, rispetto alla precedente partecipazione del 2,29 per cento. Non solo: se si considerano che le azioni dovevano essere in carico a 10-11 euro l’una, la minusvalenza registrata potrebbe arrivare fino a 1,13 milioni. Ieri, intanto, dopo l’approvazione da parte del consiglio di amministrazione presieduto da Francesco Caltagirone jr, sono usciti i dati del semestre di una delle società del gruppo, Cementir, che nei primi sei mesi dell’anno in corso ha visto il risultato netto passare in positivo, a quota 1,8 milioni di euro, rispetto al rosso di 8,7 milioni accusato al 30 giugno 2011. I ricavi nel semestre si sono invece attestati a 462,5 milioni di euro (450,9 milioni di euro al 30 giugno 2011), mentre il margine operativo lordo ha chiuso a 55,9 milioni di euro (47,6 milioni nel corrispondente periodo del 2011).