di Andrea Montanari

Una domanda, ieri, circolava nelle principali room degli specialisti del caso FonSai: perché la Consob, di fronte alla violenza della speculazione che impatta in modo anomalo sull’attività dei titoli coinvolti nel progetto Unipol, non li sospende fino all’avvio del doppio aumento di capitale? Sia chiaro, la liquidità di un titolo quotato è una delle condizioni principali cui per solito guarda un investitore. Ma quando le oscillazioni aumentano così vorticosamente, assumendo la dimensione del fenomeno, l’autorità di vigilanza dovrebbe avere il coraggio di fare anche scelte forti. Del resto, è il listino stesso che testimonia di quanto le azioni FonSai e Unipol siano in balia del trading forsennato. In una giornata apparentemente tranquilla come quella di ieri – era previsto un cda di Premafin che è stato rinviato di qualche giorno – le azioni delle due compagnie assicurative non sono riuscite a fare prezzo per quasi tutta la seduta, entrando in contrattazione solo mezz’ora prima della chiusura. E in quei trenta minuti hanno perfettamente riassunto il loro lunedì nero: FonSai ha chiuso a 61 euro (-12,48%); Unipol a 14,59 euro (-6,71%) toccando il nuovo minimo. Un tracollo in parte prevedibile – come ha documentato Milano Finanza nel numero di sabato 7 luglio – ma che certamente non giova ai portatori di azioni delle società. Questa situazione di borsa è la conseguenza di tante circostanze. La prima è la mancata autorizzazione di Consob alla pubblicazione dei prospetti informativi sugli aumenti di capitale nei tempi previsti dal mercato. L’altra è il forte sconto sul Terp previsto nelle ricapitalizzazioni: 27,2% per Unipol ordinarie e 24,7% per le FonSai ordinarie. Il terzo aspetto è l’attesa per il pronunciamento di domani del Tar del Lazio in merito al ricorso presentato dagli sfidanti Sator e Palladio contro il via libera Isvap. Nonostante ciò, il vertice di Unipol resta fermamente convinto della validità delle scadenze fissate per l’operazione con Fon- Sai. A partire dal termine del 20 luglio, giorno nel quale scade l’esclusiva tra la stessa società guidata da Carlo Cimbri e Premafin. Scadenza che resta valida anche per le banche coinvolte nel progetto, a partire da Unicredit e Mediobanca. Anche perché il rischio di commissariamento per la compagnia guidata da Emanuele Erbetta si farebbe alto. Detto questo, adesso è davvero corsa contro il tempo. Perché dopo il pronunciamento di domani del Tar del Lazio (se accogliesse il ricorso tutto verrebbe congelato) è atteso per giovedì il parere della Consob sul nullaosta alla pubblicazione dei prospetti per le due ricapitalizzazioni da 1,l miliardi. Sempre dopodomani si riunirà il board di Premafin che potrebbe invece valutare l’opportunità di chiedere una proroga prudenziale per l’esclusiva con Unipol: ieri circolava l’ipotesi che la lettera fosse già pronta e in fase di spedizione ma in serata tutto è sembrato sfumare. Ciò detto, resta alta la probabilità che con il giusto incastro delle varie scadenze i due aumenti di FonSai e Unipol possano partire lunedì 16. Intanto va registrato che ieri è stato annunciato lo scioglimento del patto Premafin tra le holding dei fratelli Ligresti e le fallite Im.Co e Sinergia oltre alla risoluzione dell’accordo d’investimento datato 2011 tra Unicredit e la stessa holding dei Ligresti. Infine, sempre ieri il cda della Milano Assicurazioni ha rivisto i dati del primo trimestre alla luce proprio dei fallimenti di Im.Co e Sinergia. Dall’utile di 17 milioni si è passati a una perdita di 17,9 milioni a causa dell’accantonamento di altri 48,2 milioni nel fondo rischi. Il margine di solvibilità, infine, è sceso dal 138% al 133,5%. (riproduzione risevata)