Carlo Cimbri chiama, il cda di Fonsai risponde. Ieri un’ondata di dimissioni in massa – come del resto auspicato nei giorni scorsi dall’ad di Unipol – ha causato la decadenza del cda di Fonsai. Cimbri aveva preteso le dimissioni del cda di Premafin come condizione di validità del contratto ed esercitato una sorta di moral suasio su quelle di Fonsai: giovedì scorso aveva dichiarato che sarebbero state «di buon gusto». Ad abbandonare il board sono stati otto consiglieri, tra cui il presidente, l’avvocato Cosimo Rucellai, e l’amministratore delegato Emanuele Erbetta, in carica dallo scorso anno dopo la successione a Fausto Marchionni. L’annuncio arrivato in un comunicato del gruppo assicurativo, in cui si precisa che nella riunione del 2 agosto verranno assunte le deliberazioni per la convocazione dell’assemblea. Oltre a Rucellai ed Erbetta, in seguito alla sottoscrizione da parte di Unipol dell’aumento di capitale di Premafin hanno deciso di lasciare i consiglieri Nicolò Dubini, Vincenzo La Russa, Valentina Marocco, Enzo Mei, Giorgio Oldoini e Antonio Talarico. Tenuto conto delle precedenti dimissioni di Andrea Broggini, Maurizio Comoli, Graziano Visentin, Roberto Cappelli, Ranieri de Marchis e Salvatore Militello, le ultime defezioni hanno determinato il venir meno della maggioranza degli amministratori nominati dall’assemblea, facendo decadere l’intero board. Gli unici rimasti sulla poltrona – oltre a Paolo Ligresti e Salvatore Bragantini, oppositori del piano Unipol, tra gli irriducibili anche Jonella Ligresti, Massimo Pini (uomo vicino alla famiglia di costruttori) e Salvatore Spiniello – restano in carica in regime di prorogatio fino alla prossima assemblea.
Intanto ieri è emerso che il patriarca della famiglia, Salvatore Ligresti, indagato dalla Procura di Milano per aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza della Consob, è stato interrogato giovedì scorso dal pm milanese Luigi Orsi, nell’ambito dell’inchiesta sulle sue società. L’interrogatorio sarebbe durato fino a tarda sera. Il pm sta indagando per l’aggiotaggio su Premafin compiuto dai trust off-shore riconducibili a Salvatore Ligresti e ora affidati al custode giudiziale, Alessandro della Chà, mentre il fallimento di Sinergia e Imco avrebbe spalancato la strada all’ipotesi di reati fallimentari. Ma sotto la lente della Procura, che sta passando al setaccio le operazioni con parti correlate tra la famiglia siciliana e Fonsai, ci sarebbe da qualche tempo anche l’operazione di integrazione tra Unipol, Premafin e la compagnia assicurativa.