di Andrea Di Biase

Mentre si attende il responso del cda di Premafin (quando MF-Milano Finanza è andato in stampa la riunione del board era ancora in corso), emergono le prime indicazioni sui destinatari dell’azione di responsabilità che l’assemblea di Fondiaria-Sai sarà chiamata a votare entro fine settembre. Si tratterebbe del presidente d’onore della compagnia, Salvatore Ligresti, che sarebbe chiamato in causa per la maxiparcella da 42 milioni ricevuta per presunte consulenze immobiliari, e dell’ex ad Fausto Marchionni, che avrebbe avuto un ruolo centrale nell’accordare i pagamenti. Il manager ha lasciato il timone di FonSai lo scorso anno ricevendo una buonuscita di 11 milioni nonostante la compagnia versasse in gravi condizioni patrimoniali. Si rafforza, intanto, la pattuaglia di soci di Fondiaria-Sai che si oppongono all’operazione di integrazione con Unipol e che, al momento opportuno, potrebbero dare manforte alla soluzione alternativa proposta da Sator e Palladio Finanziaria. Come anticipato da milanofinanza. it, l’hedge fund Antares Eruopean Fund ha rastrellato almeno lo 0,7% del capitale ordinario della compagnia guidata da Emanuele Erbetta. Con questa partecipazione il fondo, che ha sede nel paradiso fiscale delle Bermuda, ha partecipato all’ultima assemblea di FonSai, quella del 27 giugno scorso, votando contro la delibera sull’aumento di capitale da 1,1 miliardi. Ma che rapporto esiste tra l’hedge fund e la cordata formata da Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo? Formalmente nessuno. Antares, tuttavia, non è un nome nuovo alle cronache finanziarie e soprattutto non è sconosciuto al fondatore di Sator. Nel gennaio 2007 l’hedge fund, nel corso dell’assemblea di Capitalia, aveva votato contro il reintegro di Cesare Geronzi, che era stato sospeso a seguito della condanna in primo grado per il crack del gruppo Bagaglino (il banchiere è poi stato assolto in appello nel 2009) e nei mesi successivi, quando andò in scena lo scontro finale tra il presidente della banca e Arpe, che era amministratore delegato dell’istituto capitolino, Antares aveva preso posizione a sostegno di quest’ultimo. In quell’occasione a sostenere pubblicamente le ragioni di Arpe per conto di Antares era stato Luca Orsini, uno dei gestori del fondo nonché consulente dello stesso attraverso la società svizzera con sede a Lugano, One Investments. Proprio Orsini, nel corso della conference call del 22 giugno in cui l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, ha presentato il progetto di integrazione con FonSai, ha sollevato più di una critica al piano della compagnia bolognese. In quella circostanza Orsini ha fatto propri alcuni dei rilievi mossi anche da Sator e Palladio e successivamente raccolti dal custode giudiziario del 20% di Premafin, Alessandro Della Chà, la cui richiesta di convocare una nuova assemblea e non dare esecuzione all’aumento di capitale riservato a Unipol è stata oggetto di discussione da parte del cda della holding. Secondo indiscrezioni filtrate nel corso dei lavori, i due consulenti legali che hanno esaminato la richiesta del custode per conto del cda di Premafin avrebbero dato due pareri contrastanti. Sembra infatti che gli avvocati dello studio Bird & Bird ritengano che la delibera presa dall’assemblea lo scorso 12 giugno non contenga vizi di forma e, come sostenuto anche dai legali di Unipol, tra cui Guido Rossi, sia già in questa fase pienamente esecutiva. La revoca della delibera da parte dell’assemblea avrebbe pertanto l’effetto di eliminare il diritto acquisito da Unipol di ottenere le azioni Premafin di nuova emissione. Al contrario l’altro consulente della holding, Luigi De Nova, sposerebbe la tesi avanzata dal custode, secondo cui, oltre ad alcuni vizi di forma, la delibera del 12 giugno sarebbe invalida perché ai soci di Premafin non sarebbe stata data la possibilità di scelta tra l’offerta di Unipol e quella di Sator e Palladio, anche se quest’ultima proposta era formalmente indirizzata a FonSai e non a Premafin. Una posizione, q u e s t ’ u l t i m a , condivisa anche da Paolo Ligresti, titolare del 10% della holding, che nei giorni scorsi si è anch’egli attivato per ottenere dal cda la convocazione di una nuova assemblea. Anche perché nel frattempo Sator e Palladio hanno ripresentato la propria offerta a FonSai. Al momento, tuttavia, il cda della compagnia non ha preso alcuna delibera in merito, rimandando ogni valutazioni alla prossima riunione, che si terrà giovedì, quando si conoscerà dunque anche l’esito del cda di Premafin. Nel frattempo il board di FonSai tira dritto sull’opzione Unipol. Ha infatti approvato il prospetto per l’aumento da 1,1 miliardi, propedeutico all’integrazione con la compagnia bolognese, recependo gli effetti del fallimento di Sinergia e Im.Co sulla trimestrale al 31 marzo. FonSai ha accantonato al fondo rischi e oneri altri 61,3 milioni, che comportano un peggioramento del risultato del primo trimestre 2012 di 44,5 milioni (da 73,5 a 29,1 milioni) e una contrazione del margine di solvibilità dal 91,6% all’89,6%. (riproduzione riservata)