Il rallentamento economico dell’Italia prosegue su tutti gli indicatori congiunturali facendo prevedere per il 2012 un decremento del PIL pari al – 1,8%. Al trend negativo dell’economia italiana si unisce anche l’evoluzione dei tempi di pagamento e dei debiti non onorati per le imprese che operano nel settore privato, attesi in ulteriore deterioramento. Nonostante sia obbligatoria dal marzo 2013 l’implementazione della Direttiva Comunitaria che fissa a 60 giorni il termine di pagamento delle transazioni commerciali, in Italia si è ancora ben lontani dal raggiungere l’obiettivo del processo di convergenza europeo.

“Il contesto economico nazionale accentua il divario sui tempi di pagamento con i paesi europei più virtuosi – afferma Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei, Africa & Middle East di Euler Hermes e Country Manager di Euler Hermes Italia – , con le imprese italiane destinate a riscuotere i propri crediti nel 2012 non prima di 107 giorni in media. Un dato che, se confrontato con quello di Germania (23gg), Polonia (43gg) e Francia (53gg), evidenzia la forte divaricazione con le abitudini di pagamento e che impone per le imprese nazionali un grande sforzo per uniformarsi agli standard europei richiesti”.

L’analisi sui sette Paesi europei presenta anche un indice di tensione della posizione finanziaria delle imprese (stress index) calcolato dalla differenza tra i giorni necessari per incassare un credito dal cliente finale e le dilazioni di pagamento concesse dai creditori/fornitori.

“L’allungamento dei tempi di pagamento aggrava anche la posizione finanziaria delle imprese italiane – prosegue Pignotti –. I 24 gg di gap tra l’incasso della fattura e il pagamento dei creditori, obbligherà l’impresa a cercare altre fonti di finanziamento che inevitabilmente finiranno per indebolire la struttura finanziaria e patrimoniale delle PMI italiane”. Sul fronte dei mancati pagamenti, il Report di Euler Hermes Italia, che analizza trimestralmente le informazioni provenienti da oltre 450 mila aziende italiane, mostra che i dati del 1° semestre 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011, hanno fatto registrare sul mercato interno la crescita sia della frequenza (+ 32%), indicatore del numero dei mancati pagamenti, che della severità (+ 4%), analisi degli importi medi. Il mercato Export, resta il principale sbocco per le imprese italiane ma avverte segnali di deterioramento sul fronte della numerosità degli impegni non onorati: frequenza (+ 10%).

I mancati pagamenti in Italia – spiega Pignotti, proseguono il trend di crescita anche nel 1°semestre 2012 nonostante l’incremento sia in lieve rallentamento rispetto ai dati del 1° trimestre. Questa lieve attenuazione del fenomeno è legata agli effetti che la crisi ha già prodotto tra le imprese, quindi, le imprese che hanno superato la forte selezione imposta dal mercato, sono riuscite a ridurne l’impatto.

Analizzando i settori, le variazioni negative più rilevanti riguardano le costruzioni, in crisi congiunturale da alcuni anni e l’agroalimentare, comparto in sofferenza che sconta il calo dei consumi che sta investendo i beni primari. Il comparto moda presenta invece indicatori in miglioramento, segno che qualche schiarita si comincia ad intravedere a monte della filiera. Sul piano territoriale, ad esclusione del Friuli Venezia Giulia, tutte le regioni segnano valori in crescita sul fronte della frequenza. In Emilia Romagna e Lombardia gli incrementi maggiori a doppia cifra su entrambi gli indicatori.

“In uno scenario domestico nel quale persisteranno per i prossimi mesi condizioni economiche negative conclude Pignotti –, urge un pacchetto di misure per sostenere lo sviluppo dell’economia nazionale in quanto i segnali di rallentamento provenienti dalle principali economie di sbocco, potrebbero portare gli indicatori dei mancati pagamenti a peggiorare ulteriormente generando un incremento delle insolvenze aziendali”.