DI ETTORE BIANCHI

Sul naufragio della Costa Concordia i francesi alzano la voce. E si dichiarano scontenti, se non arrabbiati, per la piega che stanno prendendo gli avvenimenti in Italia. Le vittime e gli avvocati d’Oltralpe parlano apertamente di ritardi ed errori della giustizia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’annuncio, da parte della procura di Grosseto, del rinvio all’autunno della chiusura dell’inchiesta, mentre il processo partirà all’inizio del 2013. In Francia c’è chi parla di fi asco. Secondo Anne Decré, presidente del Collettivo dei naufraghi, siamo alla commedia dell’arte e ormai non ci si meraviglia nemmeno più degli ultimi colpi di scena. Al centro delle polemiche vi sono le procedure per l’indennizzo delle vittime e dei loro familiari. I passeggeri francesi che si trovavano sulla Concordia al momento dell’incidente erano 463 su un totale di 4.229, oltre il 10% del totale, e gran parte di essi ha aderito al collettivo, il più consistente a livello di singole nazioni. Il gruppo crocieristico ha fi nanziato una riunione straordinaria, che si terrà a Parigi in settembre, per fare il punto della situazione. L’obiettivo dei vertici di Costa sarebbe quello di ottenere, in cambio dell’ammissione di colpevolezza, un processo più breve. Attualmente sono 160 le vittime d’Oltralpe ad aver accettato l’indennizzo forfettario di 11 mila euro proposto all’indomani della tragedia. Altre 235 persone hanno ottenuto, dopo le trattative collettive, un acconto provvisionale di 8 mila euro per gli oggetti perduti e altri mille euro per le spese legali. In tutto circa 2 milioni di euro versati da Costa nei mesi scorsi. Ciò non esclude, spiegano gli avvocati francesi, la possibilità di ulteriori rimborsi, le cui negoziazioni termineranno nei prossimi mesi, e neppure eventuali altri procedure, compresa la class action americana. Ha aderito alla procedura d’Oltreoceano una ventina di francesi. Ma per i legali si tratta di uno sbaglio: le promesse di risarcimenti eccezionali sono irrealizzabili e non c’è neppure la certezza che il dossier possa essere discusso davanti ai giudici statunitensi. In ogni caso non ci sarebbero grandi vantaggi, perché un terzo di quanto incassato dovrebbe essere girato agli avvocati, i cui onorari sono molto alti. © Riproduzione riservata