Un risultato d’esercizio negativo per oltre 3,7 miliardi rispetto a una perdita precedente di 700 milioni; un roe complessivo che si è attestato a -7,2% dal -1,4% del 2010; proventi da investimenti in calo del 14% a 23,1 miliardi e un margine di solvibilità di 45 miliardi (-3%). Questo il pesante bilancio 2011 delle imprese di assicurazione italiane evidenziato nel rapporto «L’assicurazione italiana 2011-2012» presentato ieri in occasione dell’assemblea annuale dell’Ania, l’Associazione delle assicurazioni italiane. Un rapporto che ha evidenziato un annus horribilis per il settore assicurativo italiano. «Peggiore (anche) di quello registrato nel 2008, quando il settore assicurativo risentiva degli effetti della crisi finanziaria manifestatasi negli ultimi mesi di quell’anno a seguito del dissesto di Lehman Brothers», si legge nella relazione. In particolare, il più colpito è stato il ramo vita, che ha registrato un risultato tecnico fortemente negativo (-3,4 miliardi), mentre il risultato tecnico del settore danni è tornato a essere lievemente positivo (0,1 miliardi). Inoltre, i premi complessivi sono scesi dell’11,9%, a 113,4 miliardi, contro un incremento dell’8,4% dell’anno prima, con una flessione concentrata nei rami vita (-18%), come risultato della riduzione del reddito disponibile delle famiglie e dell’aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato. I premi del ramo danni, invece, sono aumentati del 2,5 per cento. Negative anche le stime per il 2012, anno in cui l’Ania prevede una raccolta premi totale di 106,6 miliardi (-3,3%). Da rilevare poi che tra il 2007 e il 2011 le tariffe dell’Rc auto in Italia sono aumentate del 20,8 per cento. In particolare, dopo un triennio di sostanziale moderazione, con incrementi che tra il 2007 e il 2009 sono stati rispettivamente dell’1,5%, 2,4% e 2,9%, il biennio 2010 e 2011 ha visto una nuova accelerazione, con rialzi pari al 7,2 e al 5,4 per cento. Ma il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, ha cercato di rassicurare il mercato, dicendo che le compagnie, in questo periodo che è «il più critico dal dopoguerra», sono «pronte a ridurre i prezzi della Rc auto, nell’ambito di un’azione congiunta, di sistema, che aggredisca alla radice quelle componenti strutturali che mantengono elevato il costo dei sinistri». Nel 2011, infatti, in Italia il costo medio dei sinistri è aumentato del 6,9%, a 4.337 euro. «L’Italia – afferma l’Ania – continua a combinare un costo medio per sinistro tra i più elevati d’Europa con una frequenza sinistri che, sia pure in miglioramento, rimane comunque elevata». Per ridurre poi le tariffe Rc auto, secondo Minucci bisogna incidere in maniera decisa sul costo dei risarcimenti e per questo, è improcrastinabile l’emanazione della tabella relativa alla valutazione economica dei danni gravi alla persona. Allo stesso modo, non è più rinviabile l’istituzione di un’agenzia antifrode pubblica dotata di poteri investigativi e finanziata dal settore assicurativo e occore riprendere il tema della riparazione diretta dei veicoli in luogo dei risarcimenti in denaro. Oltre all’impegno sul fronte delle tariffe Rc auto, Minucci ha dichiarato che le aziende sono anche pronte a «destinare una parte degli investimenti al rafforzamento delle infrastrutture del Paese». Poi ha sottolineato l’impegno delle assicurazioni nel salvaguardare la tenuta del debito pubblico. «Pure in un contesto difficile, le compagnie hanno continuato a investire in titoli di Stato», ha detto Minucci, che poi ha rivolto un invito al Governo a procedere a un consistente programma di dismissioni. «Occorre procedere a una profonda revisione delle diverse componenti della spesa pubblica, che deve avere ambiziosi obiettivi di risparmio» ha detto Minucci, spiegando che «questa azione deve essere accompagnata da un consistente programma di dismissioni del patrimonio immobiliare e delle partecipazioni del Tesoro e degli Enti locali». lnfine, ha spiegato che l’Ania intende ricorrere alla giustizia amministrativa contro le disposizioni dell’Isvap che riguardano il presunto obbligo di offrire polizze Rc auto abbinate alle scatole nere e la riduzione automatica del premio assicurativo in assenza di sinistri. Nel caso della riduzione del premio, l’Ania contesta che in base alle nuove disposizioni le imprese possano procedere a variazioni tariffare solo ogni due anni per la stragrande maggioranza degli assicurati che non causano sinistri. L’interpretazione dell’Isvap, ha spiegato, «non è condivisibile e auspichiamo che il Governo voglia intervenire per evitare un contenzioso diffuso, lungo e costoso. Dobbiamo ribadire – ha poi concluso – che nè le norme italiane nè le interpretazioni possono violare il principio della libertà tariffaria». Secca la replica del sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, che ha detto che le nuove norme sul meccanismo del bonus malus per l’Rc auto introdotte con il dl liberalizzazioni «hanno un impatto di equità» e l’interpretazione che ne ha dato il ministero e l’Isvap «è coerente con il decreto legge ed è un contributo a migliorare il funzionamento della norma stessa».