di Anna Messia

Nel 2011 il mattone ha dato ottime soddisfazioni ad Alleanza Toro. Iniziative Sviluppo Immobiliare (Isim) società che, con un capitale di 402 milioni, si occupa della promozione e della valorizzazione del mattone della compagnia del gruppo Generali, l’anno scorso ha ottenuto un utile netto di 25 milioni, in forte crescita rispetto ai 12,9 milioni del 2010. E la gran parte di quell’utile, ovvero 24 dei 25 milioni, sono stati riversati all’azionista unico, ovvero Alleanza Toro, con una cedola che ha fatto di sicuro piacere alla compagnia guidata da Andrea Mencattini, che nel 2011 ha chiuso il bilancio civilistico (local gaap) in perdita per 116.1 milioni a causa soprattutto delle svalutazioni della Grecia (190,7 milioni), e di Telco, la holding che controlla Telecom Italia (138,1 milioni). Anche se i premi netti erano risultati in lieve crescita a 5,2 miliardi, in aumento del 2% rispetto ai 5 miliardi del 2010. Sarà anche per questo motivo che quest’anno Alleanza Toro ha deciso di fondere Isim (che tra l’altro ha concesso a Alleanza Toro un finanziamento di 133 milioni) nella compagnia, insieme ad altre due società immobiliari del gruppo, ovvero Prunus e Heracles. Un’altra mossa verso quel processo di razionalizzazione che già l’anno scorso aveva portato Alleanza Toro a incorporare Augusta Assicurazioni e Augusta Vita e che ha lo scopo di semplificare l’allocazione di capitale e migliorare il cash flow. Proprio in questi giorni l’operazione immobiliare è stata autorizzata dall’Isvap, dopo aver verificato che Alleanza Toro «dispone dei margini di solvibilità necessari», oltre ad attestare che la fusione, che avrà effetto contabile da gennaio 2012, «non contrasta con la sana e prudente gestione» della compagnia. La gestione del patrimonio immobiliare di Alleanza Toro è già stata affidata a Generali Real Estate, la società che si occupa della conduzione e degli interventi sul mattone per conto di tutte le partecipate del gruppo triestino. Ma all’interno del perimetro della compagnia guidata da Mencattini resta un patrimonio immobiliare che, a bilancio 2011, era valutato quasi 290 milioni. Tra i beni spunta per esempio la sede di Alleanza a Milano, in via Luigi Sturzo, con un valore di bilancio di quasi 62 milioni, o un immobile in Viale Liegi a Roma, occupato dall’Agenzia Spaziale Italiana, che ha un valore di libro di circa 16 milioni. Al di là delle operazioni immobiliari il primo trimestre ha già mostrato qualche segnale di miglioramento rispetto all’andamento dello scorso anno. Sulla base dei prezzi di mercato di marzo scorso le rettifiche di valore non contabilizzate a conto economico per Alleanza Toro erano, infatti, scese sensibilmente rispetto al 2011 attestandosi a 143,5 milioni, di cui 40,5 milioni provenienti dalla gestione Danni e 103 milioni derivanti dal ramo Vita. E l’utile (sempre secondo il bilancio civilistico) è riuscito a invertire la rotta chiudendo il trimestre a 80 milioni. Un trend positivo che sembra proseguito anche nel secondo trimestre anche se i dati semestrali saranno resi noti solo mercoledì prossimo, quando Generali, con la riunione del primo consiglio di amministrazione partecipato dal nuovo amministratore delegato Mario Greco, approverà i conti di fine giugno. L’anno scorso Alleanza Toro aveva scelto di ricorrere al decreto Anticrisi che ha consentito di non svalutare parte dei titoli in portafoglio, anche se non durevoli, mantenendo il margine di solvibilità al 143%. Ben superiore al 100% che costituisce la soglia minima richiesta dall’autorità di controllo. Senza lo schermo Anticrisi il cuscinetto si sarebbe ridotto al 128,2%, pur restando sopra il minimo richiesto. E tra le altre cose, il riassetto immobiliare appena avviato sarà anche utile per aumentare un po’ il margine ai fini di Solvency. (riproduzione riservata)