Un giugno in picchiata per i mutui. Le richieste delle famiglie italiane lo scorso mese sono calate del 17% rispetto allo stesso periodo del 2010, il taglio più forte dal gennaio 2007. La curva ha iniziato il percorso discendente a febbraio e mese dopo mese ha accelerato la sua corsa. Trascinando fino a un -8% complessivo le richieste di mutui nel primo semestre dell’anno, quando il calo era stato del 4% rispetto ai primi sei mesi del 2009. I dati sono contenuti nell’ultima edizione nel Barometro Crif della domanda dei mutui. E il futuro secondo l’indagine è improntato sulla prudenza. Le prospettive di ripresa della domanda di mutui, infatti, sono ancora deboli e «per i prossimi mesi – sottolinea l’indagine – è plausibile che i comportamenti delle famiglie possano essere ancora improntati ad una sostanziale cautela, in attesa di valutare meglio l’evoluzione del quadro economico». In ambito territoriale i cali di richieste più forti sono avvenuti in Umbria e Valle d’Aosta (-13%), nelle Marche (-12%), in Trentino-Alto Adige e in Puglia (-11%), quindi in Toscana e in Campania (-10%). Le famiglie hanno anche allungato la durata, scegliendo la fascia tra i 20 e i 30 anni, dove si concentra la metà delle richieste. «In questo scenario di debolezza, il mercato dei mutui e dei prestiti rischia di venire penalizzato anche da provvedimenti normativi che potrebbero determinare una pesante restrizione del credito disponibile – precisa Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureau Services di Crif -. Nello specifico, all’interno del decreto sviluppo recentemente approvato, tra gli emendamenti accolti ve ne è uno, l’8bis, che pretendendo la cancellazione di una serie di informazioni sui pagamenti dei finanziamenti dalle centrali rischi pubbliche e private renderà più difficilmente distinguibili i cittadini e le imprese che rimborsano regolarmente i finanziamenti da coloro i quali non lo fanno».