Il 10% di società o gruppi assicurativi europei sottoposti a stress test non rispetterebbe i requisiti minimi di capitale secondo le regole di Solvency II nel caso si realizzasse lo scenario macroeconomico peggiore. Non lo passerebbe poi l’8% in caso di choc sui prezzi e il 5% nel caso di choc sugli spread dei titoli sovrani. Sono questi i principali risultati dello stress test condotto dall’Eiopa su 58 gruppi e 71 società pubblicati ieri. I dati società per società non saranno resi noti. 

Il 10% delle società o dei gruppi assicurativi che non passa lo stress test se si verificasse lo scenario macroeconomico peggiore, con un deterioramento molto severo delle principali variabili macro-economiche, equivale a 13 istituzioni considerate vulnerabili. In caso di un aumento dell’inflazione e di un conseguente rapido rialzo dei tassi di interesse non passano il test 10 istituzioni; nel caso di stress sul debito sovrano non lo passano sei.

Quanto alla realizzazione dello scenario macroeconomico di base (livello di stress considerato ‘severo’), non lo passerebbero 11 tra gruppi e società, pari al 9% del totale di 58 gruppi e 71 società. L’esercizio ha riguardato in effetti 221 fra società e gruppi di assicurazione e riassicurazione, ma la classificazione dei risultati è più limitata perché i dati di singole società sono stati riaggregati in quelli dei gruppi.

Sulla base dei dati al 31 dicembre 2010, gli assicuratori europei coinvolti nello stress test mostrava un ‘surplus aggregato’ di solvibilità di 425 miliardi. Applicando lo scenario economico peggiore, tale surplus cala a 275 miliardi (-150 mld), a 367 miliardi in relazione allo scenario sull’inflazione (-58 mld). Nel caso si realizzasse lo scenario macroeconomico di base si registrerebbe una perdita di 92 mld, nel caso di choc sul debito sovrano la perdita sarebbe di 33 mld. I gruppi e le società che falliscono il test non raggiungendo la soglia minima dei requisiti di capitale mostrano un ‘deficit si solvibilità’ di 4,4 miliardi nel caso di scenario avverso, di 2,5 mld nel caso di choc sui prezzi, di 2,6 mld nel caso si realizzasse lo scenario macroeconomico di base, di 3,4 mld nel caso di choc sul debito sovrano. 

Fonte: Radiocor