Nel 2010 hanno guadagnato il 2,4% contro lo 0,9% dei Bot. Ma puntare sui titoli di Stato negli ultimi 10 anni avrebbe fruttato il 25% in più. In Italia il patrimonio vale l’11% del pil contro il 65% europeo.Allarme riscatti 

di Anna Messia

Sono riusciti nel 2010 a fare meglio di un Bot, ma è andata peggio dell’anno precedente. E nei primi sei mesi di quest’anno la performance si preannuncia praticamente uguale a zero. Non solo, nel lungo periodo il confronto con il buono del Tesoro resta inesorabilmente perdente. È questa la fotografia scattata ai fondi comuni dall’ufficio studi di Mediobanca nella sua consueta analisi (giunta ormai alla 20esima edizione) che quest’anno ha monitorato 1.003 prodotti di diritto italiano, pari al 94% del mercato.

Il rendimento netto del patrimonio investito in fondi nel 2010 è stato piuttosto modesto, pari al 2,4%. Per colpa, in particolare, della prevalenza dei fondi obbligazionari rispetto a quelli azionari, che avrebbero risollevato la media visto che l’anno scorso hanno guadagnato il 10%. Ma tutto sommato nel 2010 non è andata poi così male: i fondi, nel loro complesso, sono riusciti a fare un po’ meglio di un Bot che nello stesso periodo ha reso lo 0,9%. Con uno scarto, quindi, di 1,5 punti percentuali. Anche se l’anno prima, grazie al rally delle borse, la differenza a favore dei fondi era stata del 2,3%. E dalle prime analisi il primo semestre si chiuderà con una performance zero mentre il problema diventa allarmante se il paragone viene spostato sulle lunghe distanze: dal 1984 al 2010 investire in un Bot avrebbe reso il 445,3%, ovvero il 6,6% l’anno. Mentre secondo l’analisi di Mediobanca, il patrimonio investito in fondi ha reso nello stesso periodo il 359%, ovvero il 5,8% all’anno, con uno scarto di 0,8 punti ogni anno. Detto in altri termini il patrimonio dell’industria del gestito, investito in Bot, avrebbe fruttato negli ultimi 27 anni 86,7 miliardi in più. E negli ultimi dieci anni il paragone è ancora più inesorabile: un fondo aperto ha guadagnato in media il 3,4% contro il 28,5% dei Bot, con una differenza di 25,1 punti percentuali.

E anche i fondi azionari ne escono perdenti, sia rispetto alle borse internazionali, sia rispetto a Piazza Affari: negli ultimi 10 anni un fondo equity ha perso in media il 3,4%, contro l’1,5% della borsa italiana e l’1,3% dei mercati internazionali. Come mai i fondi non riescono a vincere la sfida contro il Bot? Colpa delle modalità di gestione ma anche dei costi che restano alti e che rosicchiano le performance nette. Nel 2010 il volume delle commissioni che gravano sui fondi, sempre secondo l’analisiMediobanca, è stato di 2,8 miliardi (non molto diverso dal 2009) e in particolare i prodotti azionari costano in media il 2,5%, quelli bilanciati l’1,7% e i prodotti obbligazionari, di gran lunga la categoria più importante nel mercato italiano, hanno commissioni medie dell’1,1%. Quasi il doppio rispetto all’industria americana dove un fondo obbligazionario costa in media lo 0,72%, un azionario si ferma allo 0,95% e un prodotto monetario applica costi medi dello 0,26%. E nel confronto, precisaMediobanca, non sono state neppure considerate le commissioni di vendita che gli intermediari trattengono al momento i cui i risparmiatori sottoscrivono la quota. A far salire i costi di negoziazione (anche questi rosicchiano i rendimenti) contribuiscono poi le rotazioni di portafoglio dei gestori italiani, ovvero le compravendite dei titoli presenti nel portafoglio del fondo, che nel 2010 sono tornate a salire a 1,4 volte contro 1,2 volte del 2009. Generalmente nei Paesi anglosassoni la rotazione viene giudicata eccessiva quando supera 0,8 volte e viene giustificata solo con una gestione molto attiva.

 

Ma i problemi più gravi l’industria sembra averli al suo interno: nel 2010 i fondi hanno subito 20 miliardi di riscatti ed è stato toccato il minimo del patrimonio dal 1998 con un’incidenza sul pil dell’11% contro il 42% del ’99, mentre in Europa saliva al 65%. E nel primo semestre ci sono stati nuovi riscatti per altri 15 miliardi. (riproduzione riservata)