Nei mesi scorsi l’universo degli organismi di investimento collettivo è stato subissato da una marea di provvedimenti legislativi e regolamentari, il cui dirompente effetto non si farà attendere. Lo scorso 1° luglio è infatti scaduto il termine per il recepimento della nuova direttiva comunitaria Ucits IV. Inoltre sono prossimi alla pubblicazione i regolamenti attuativi emanati da Consob e Bankitalia, grazie ai quali dovrebbero definitivamente crollare le ultime barriere frontaliere in materia di gestione collettiva del risparmio attraverso la semplificazione delle procedure distributive intra-Ue.

Tre i pilastri portanti dei documenti sin qui circolati.

1) Scompare il vecchio prospetto semplificato, sostituito dal Kiid (Key investor information document), un documento che, in poche pagine, dovrà contenere tutte le informazioni chiave per gli investitori. Nel solco già tracciato dalle norme in tema di trasparenza e pubblicità finanziaria, il Kiid dovrà essere formulato in un linguaggio chiaro, succinto e comprensibile al pubblico degli investitori, evitando, per quanto possibile, l’uso di termini tecnici (chimera da tempo cacciata e mai catturata dai regolatori).

2) All’investitore dovranno essere fornite le sole Key information contenute nel Kiid. Si vuole cioè evitare che una ipertrofica documentazione (prospetto e relazioni finanziarie) possa distogliere l’investitore dal succo del prodotto. Il Kiid rappresenterà in definitiva l’unico documento da divulgare obbligatoriamente al pubblico e in italiano. Salta con ciò l’obbligo di traduzione in italiano del prospetto, delle relazioni finanziarie e dello statuto deorganismi di investimento collettivi (Oicr) che, se richiesti dall’investitore, potranno essere consegnati in una lingua finanziaria corrente (inglese o francese).

3) Gli Oicr scoprono l’e-mail. Per maggior speditezza dell’operatività transfrontaliera, cambia la disciplina autorizzativa per la commercializzazione in Italia dei fondi armonizzati, sintetizzata in una procedura di dialogo diretto tra Consob e l’omologa autorità estera che, su iniziativa dell’Oicr, notificherà via e-mail a Consob la richiesta di commercializzazione unitamente alla documentazione prescritta.

Se le novità comunitarie ancora devono trovare attuazione, è già realtà il nuovo e più favorevole regime fiscale per i fondi non armonizzati, insediati in un Paese della Ue e autorizzati per l’offerta in Italia, introdotto con la legge n. 10 del 26 febbraio 2011 ed entrato in vigore il 1° luglio. Il regime viene equiparato a quello degli armonizzati e comporta la tassazione dei capital gain e dividendi con l’aliquota secca del 12,5% e non già come in precedenza con aliquota progressiva sui profitti percepiti. Il contraltare di tale beneficio fiscale è rappresentato però dal più penalizzante nuovo regime previsto per le conversioni tra comparti. Tali operazioni saranno ora soggette a una preventiva tassazione nella misura del 12,50% su eventuali capital gains registrati con il disinvestimento dal comparto «di uscita», prima dell’investimento nel comparto «di entrata» del medesimo organismo. In altre parole, la conversione tra comparti viene equiparata, a fini fiscali, a un disinvestimento seguito da un nuovo investimento. Sul tutto pesano ancora alcune incognite. Sorprese o ritardi regolamentari a parte (in Lussemburgo e Inghilterra la Ucits IV è già a regime e il Kiid è già realtà), non è chiaro quale concreta attuazione potrà avere il Kiid italiano, se effettivamente si tradurrà in un veicolo di comprensione e se il sogno dell’abbandono del linguaggio tecnicistico riuscirà ad avverarsi. Ci vorrà molto impegno e molta professionalità per centrare il bersaglio senza degradare il contenuto informativo. La procedura semplificata sarà veramente tale e l’e-mail sarà, essa sola, la panacea della lentezza? E che dire delle discutibili riforme fiscali, rese ancor più discutibili se la manovra estiva andrà a ritoccare all’insù le aliquote di prelievo? Ci sarà molto da lavorare. Forse più del solito.

Roberto Pavia

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