Nel 2010 aumento dell’8,4% contro il 27,1% del 2009

Nel 2010 è rallentata la raccolta premi delle assicurazioni. Le previsioni per il 2011 non si annunciano positive. A renderlo noto è stata l’Ania in occasione della presentazione della relazione annuale, nella quale ha spiegato che la raccolta premi è aumentata dell’8,4% contro il 27,1% del 2009. Nel 2011, la raccolta premi totale (danni e vita) del lavoro diretto italiano dovrebbe raggiungere i 122 miliardi di euro, in lieve calo (2,9%) rispetto al 2010. Quanto al risultato dell’esercizio, è stato negativo per 726 milioni (+3,87 mld nel 2009); il roe è stato del -1,5% (8,5% nel 2009). Per la prima volta dal 2000, il risultato tecnico del settore danni è stato negativo per 400 milioni (+228 milioni nel 2009), -191,5%; anche il settore vita ha registrato un risultato tecnico negativo (-262 milioni), contro i +3 miliardi del 2009 (-108,1%). Secondo l’Ania, la più lenta ripresa economica del nostro paese rispetto a quella media dei paesi industrializzati e i timori di un rischio di contagio connesso alla crisi dei debiti sovrani, «potrebbero influire negativamente sulla raccolta complessiva dei premi assicurativi, soprattutto nei rami vita». I premi complessivi sono stati pari a 129.102 milioni, di cui 37.041 nei rami danni e 92.061 nei rami vita. L’aumento (calcolato a termini omogenei) è stato dell`8,4% (27,1% nel 2009). Il settore vita, dopo la forte crescita nel 2009 (quasi il 47%), ha continuato ad aumentare nel 2010, anche se in misura più contenuta (+11%). Il settore danni, dopo aver subito per tre anni consecutivi (2007-2009) un calo della raccolta premi, ha registrato un aumento dei premi complessivi: +2,5% rispetto al 2009 (-1,9% nell’anno precedente). Come risultato di questi andamenti, la quota dei premi vita sul totale è aumentata dal 68,7 al 71,3%. Il volume dei premi contabilizzati del settore vita, che era stato fortemente trainato nel 2009 e 2010 dalla vendita di prodotti di risparmio garantito di ramo I, potrebbe ridursi nel 2011, rimanendo tuttavia di un ammontare analogo a quello del 2009 e ampiamente superiore a quello registrato nel biennio 2007-2008. I premi contabilizzati del settore danni potrebbero crescere nel 2011 del 2,4%, in linea con quanto registrato nel 2010 (+2,2%). Questo sviluppo continua a essere influenzato dall’evoluzione dei premi del ramo Rc auto che costituisce circa la metà di tutti i premi danni. Per questo ramo, in particolare, è possibile stimare un aumento della raccolta premi del 4-5% come conseguenza degli aumenti tariffari già realizzati, che si applicheranno ai rinnovi di polizze nel corso del 2011. Ed è sull’Rc auto che si stanno accentuando le nuvole. Secondo l’Ania, per effetto del federalismo fiscale, è destinato a crescere, infatti, il livello di tassazione dei premi assicurativi dell’Rc auto. Al 27 giugno, già 29 province avevano aumentato l’imposizione nella misura massima. Già nel 2009 il ramo Rc auto in Italia presentava un carico complessivo di oneri fiscali e parafiscali del 23% (18% la media europea). Nel corso dell’assemblea, Cerchiai ha criticato le misure contenute nella manovra che prevedono, tra l’altro, l’aumento dell’Irap per le compagnie e ha sottolineato che l’incremento della tassazione è controproducente per il paese e, comunque, il settore assicurativo non è una gallina dalle uova d’oro da poter spremere a piacimento. Per raggiungere il «condivisibile» impegno del pareggio di bilancio, ha detto Cerchiai nella sua relazione all’assemblea, «non servono manovre di politica economica caratterizzate da ulteriori aumenti di tassazione a carico di imprese e famiglie: sarebbero controproducenti. Ci condurrebbero in un vicolo cieco in fondo al quale troveremmo contrazione dei consumi e tensioni sul mercato del lavoro». Secondo Cerchiai, «per rilanciare lo sviluppo, si deve tagliare la spesa pubblica improduttiva, recuperare l’evasione fiscale, garantire regole certe, incentivanti e durature per risparmiatori e investitori che, altrimenti, in un’economia ormai globalizzata, sono inevitabilmente destinati a orientarsi verso altri lidi».