Subito l’età legata alla speranza di vita e finestra mobile spostata di tre mesi. Dai pensionati d’oro contributo di solidarietà tra il 5 e il 10%. Taglio delle agevolazioni fiscali per 24 miliardi. Tassa progressiva sui conti-titoli 

di Andrea Bassi

Adesso la manovra si può definire davvero «di lacrime e sangue». La correzione dei conti pubblici sale e sale drasticamente. A partire già da quest’anno, con 2,4 miliardi di nuove entrate e nuovi tagli, che aumenteranno di altri 4,8 miliardi nel 2012. Nel 2013 ai circa 18 miliardi del decreto se ne aggiungeranno altri 5,7.

 

Nel 2014, per raggiungere il pareggio di bilancio, ai 25 miliardi già messi in conto se ne sommeranno altri 22 circa. La manovra totale al 2014, insomma, lievita fino a 47 miliardi. È l’effetto del pacchetto di emendamenti presentato da governo e relatore sul quale fino alla tarda serata di ieri si lavorava ancora. Le ultime correzioni comunque arriveranno oggi con un maxi-emendamento sul quale il governo porrà la fiducia. Da dove arriveranno i 22 miliardi in più? Da tasse e pensioni. Il capitolo più corposo è quello della previdenza. La riforma che lega l’età pensionabile alla speranza di vita non scatterà più il 1° gennaio 2014, ma 12 mesi prima, il 1° gennaio 2013. Il primo scalino sarà di tre mesi, nel 2016 ce ne sarà un altro di quattro mesi. A questo tuttavia si aggiunge un’altra norma che spinge ancora più in avanti il momento dell’uscita dal lavoro. La finestra mobile introdotta lo scorso anno, che prevede che un lavoratore dipendente possa andare in pensione solo 12 mesi dopo (18 mesi per gli autonomi) aver maturato i requisiti anagrafici e contributivi, viene modificata.

 

La finestra viene allungata di un mese nel 2012, due mesi nel 2013 e ben tre mesi nel 2014 per coloro che, indipendentemente dall’età, hanno maturato 40 anni di contributi. Questo significa che nel 2013, per l’effetto combinato dello scalino della riforma e della nuova finestra mobile, bisognerà lavorare fino a cinque mesi in più. Nel 2014 il periodo ulteriore da attendere per il pensionamento salirà fino a sei mesi. Rimane una via d’uscita, ma limitata a un contingente di soli 5 mila lavoratori, con priorità per quelli in mobilità. Novità anche per il blocco della rivalutazione delle pensioni. Salta la limitazione al 45% per quelle superiori a tre volte il minimo (ossia circa 1.500 euro mensili), mentre per quelle superiori a cinque volte il minimo (30.440 euro lordi nel 2011) il blocco della rivalutazione ci sarà fino al 2014. Ma non finisce qui. Per le pensioni d’oro, quelle superiori a 90 mila euro l’anno (anche quando questa cifra è la somma di più trattamenti previdenziali), arriva un contributo di solidarietà. Sarà del 5% per gli assegni tra 90 e 150 mila euro, del 10% per quelli superiori.

 

C’è poi il capitolo tasse. Per il 2013 è previsto un taglio del 5% delle agevolazioni fiscali che erodono la base imponibile. Taglio che salirà al 20% nel 2014. La riduzione degli sgravi non scatterà se entro settembre nel 2013 il governo riuscirà a portare a casa la riforma fiscale facendo risparmiare alle casse dello Stato almeno 24 miliardi. Se ciò non dovesse avvenire, ci penserà la clausola di salvaguardia. Ancora non è chiaro su quali agevolazioni opererà. Ma se dovesse trattarsi di un taglio lineare e dunque colpire tutte le 470 voci di agevolazioni che cumulano un valore complessivo di sgravi di 160 miliardi, allora la sforbiciata arriverebbe a 32 miliardi. Una manovra che si farebbe sentire immediatamente nelle buste paga dei lavoratori e sui conti delle imprese, considerando che tra le agevolazioni sono comprese anche quelle sul lavoro dipendente, il cuneo fiscale, l’Iva ridotta e persino la cedolare secca sugli affitti. Al capitolo «più tasse per tutti» va aggiunta la voce ticket sanitari. Scatteranno immediatamente: si pagheranno 10 euro per le visite specialistiche e 25 euro per i codici bianchi in ospedale. E più tasse arrivano anche per i manager delle banche. L’addizionale del 10% sulle stock option e sui bonus scatterà per tutti gli importi percepiti oltre la retribuzione e non più, come oggi, solo per quelli che eccedono il triplo della busta paga. Una buona notizia, invece, arriva per quanto riguarda la patrimoniale sui conti titoli. Diventerà progressiva. Fino a 50 mila euro di giacenza il prelievo rimarrà a 34,20 euro come oggi. Tra 50 e 150 mila salirà a 70 euro, per passare a 240 euro per i conti titoli tra 150 e 500 mila euro e a 680 euro per quelli superiori. Dal 2013 il bollo di 70 euro passerà a 230, quello di 240 a 780 e quello di 680 a 1.100 euro. Spunta poi una norma su privatizzazioni e liberalizzazioni. Entro il 31 dicembre 2013 il governo approverà uno o più programmi per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato o di enti pubblici non territoriali. Entro otto mesi dalla data di entrata in vigore della manovra, poi, il governo formulerà proposte di liberalizzazione alle categorie interessate. Fino a tarda sera di ieri, infine, si lavorava ancora al testo sull’ammortamento per le concessioni autostradali. La soluzione più probabile per sostituire la norma è l’aumento di un punto percentuale dell’Irap per le concessionarie. (riproduzione riservata)