Tabelle milanesi applicate in tutta Italia. Forse era già così da tempo, tranne qualche eccezione. Ma ora la Corte di cassazione (sentenza numero 12408 e sentenza n. 14402) lo ha reso ufficiale: d’ora in avanti le tabelle milanesi per il risarcimento del danno non patrimoniale dovranno essere applicate su tutto il territorio nazionale. Solo così verrà garantita ai cittadini l’equità dei risarcimenti. Insomma, ha precisato Piazza Cavour, i valori di riferimento per la liquidazione del danno alla persona adottati dal tribunale di Milano «costituiranno d’ora innanzi, per la giurisprudenza di questa Corte, il valore da ritenersi equo, e cioè quello in grado di garantire la parità di trattamento e da applicare in tutti i casi in cui la fattispecie concreta non presenti circostanze idonee ad aumentarne o ridurne l’entità». Ma c’è di più. Sul fronte pratico gli Ermellini precisano che «l’avere assunto, con operazione di natura sostanzialmente ricognitiva, la tabella milanese a parametro in linea generale attestante la conformità della valutazione equitativa del danno in parola alle disposizioni di cui agli artt. 1226 e 2056, primo comma, cod. civ. non comporterà la ricorribilità in Cassazione, per violazione di legge, delle sentenze d’appello che abbiano liquidato il danno in base a diverse tabelle per il solo fatto che non sia stata applicata la tabella di Milano e che la liquidazione sarebbe stata di maggiore entità se fosse stata effettuata sulla base dei valori da quella indicati». Di questa regola la Suprema corte ha enunciato subito l’eccezione. Per i postumi di lieve entità derivanti dalla circolazione stradale continuerà a essere applicato il codice delle assicurazione. La liquidazione di questi danni, dunque, resterà svincolata dalle tabelle.