di Paola Valentini

 

Mediolanum svaluta per 21 milioni i titoli governativi greci con scadenza entro il 2020, inclusi nei portafogli di Banca Mediolanum e, in minima parte, di Mediolanum Vita e paga dazio in borsa con una flessione del 3,99% a 2,69 euro.

 

Un’operazione, la prima operata da una banca italiana e in linea con il nuovo piano di salvataggio della Grecia determinato sulla base di un recovery rate del 79%, che ha prodotto un impatto negativo netto a conto economico di 14,2 milioni. Senza la svalutazione l’utile netto consolidato del primo semestre sarebbe stato di 111 milioni (+31% rispetto allo stesso periodo del 2010) invece di 96,8 milioni, con un progresso comunque del 14% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. «Con quello che sta succedendo siamo molto soddisfatti», ha spiegato l’ad Ennio Doris ai microfoni di Class Cnbc in occasione della pubblicazione ieri della semestrale del gruppo al 30 giugno 2011. «La svalutazione è stata fatta prudenzialmente e l’impatto sul nostro business è molto modesto», prosegue Doris, «Continuiamo a suggerire ai nostri clienti la strategia di diversificazione che in ottica di lungo termine potrà dare opportunità straordinarie tanto più in periodi come questo che sono eccezionali per chi ha un orizzonte temporale di molti anni».

Nonostante la svalutazione, i risultati consolidati del gruppo nella prima metà dell’anno hanno registrato un solido progresso. Pur in presenza di un forte calo delle commissioni di performance del 69% (-48 milioni), i ricavi ricorrenti hanno contribuito in modo sostanziale, evidenziando un aumento delle commissioni di gestione pari al 19% (+33 milioni) e un margine di interessi incrementato del 48% (+32 milioni). Anche la raccolta del gruppo ha tenuto la rotta in mezzo alla tempesta della crisi dei debiti sovrani della periferia dell’Europa. Le masse amministrate hanno infatti registrato un nuovo massimo storico attestandosi a 46,7 miliardi, in crescita del 9% rispetto al 30 giugno 2010 e del 2% dall’inizio dell’anno. La raccolta netta è stata positiva per 1,481 miliardi complessivi.

Con riferimento all’Italia, che rappresenta la maggior parte del business del gruppoMediolanum, l’utile netto è stato pari a 97,2 milioni, più 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, le masse amministrate sono cresciute del 9% rispetto al 30 giugno 2010 e del 2% dall’inizio dell’anno, attestandosi a 44,7 miliardi. Più nel dettaglio, relativamente a Banca Mediolanum la raccolta netta è stata positiva per 928 milioni, il numero di promotori finanziari al 30 giugno 2011 è pari a 4.700 unità e il totale dei clienti al 30 giugno 2011 si attesta a 1.065.800, mentre i conti correnti al 30 giugno 2011 hanno raggiunto un totale di 579 mila.

Per quanto riguarda Banca Esperia, la joint venture con Mediobanca nel private banking, vanno segnalate in particolare le masse amministrate che sono in crescita del 14% rispetto al 30 giugno 2010 e dell’8% dall’inizio dell’anno, a 13,7 miliardi, mentre l’utile netto si è attestato a 1,2 milioni (0,6 milioni di pertinenza del gruppoMediolanum), invariato rispetto al periodo corrispondente del 2010. (riproduzione riservata)