I tedeschi non sembrano intenzionati a mollare la presa. Santander e Sal. Oppenheim verso l’addio. Mr. Tod’s resterà comunque sotto al 2%

 

Soci esteri in manovra in vista del rinnovo, in autunno, del patto di sindacato di Mediobanca. E mentre appare quasi scontata l’uscita di Santander e Sal. Oppenheim, sembra che il passo indietro dei tedeschi di Commerzbank non ci sarà. Secondo indiscrezioni giunte a Finanza & Mercati, il gruppo teutonico non sembra intenzionato a mollare la presa su Piazzetta Cuccia. In questo modo, per l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, si fa più ardua l’impresa di portare le azioni vincolate a ridosso del 40 per cento. Un obiettivo che, comunque, andrebbe inquadrato in un’ottica di medio-lungo termine, in modo da rendere anche il titolo più liquido attraverso un ampliamento del flottante. Così, posto che all’interno della compagine degli azionisti esteri guidati da Vincent Bolloré il vuoto dell’1,84% lasciato dall’uscita dell’istituto spagnolo dovrebbe essere riempito dall’apporto dell’1,83% fuori dal patto di Groupama (che ha già un 3,1% vincolato) in un gioco praticamente a somma zero, per adesso l’unica quota realmente in forse sembra essere quella dell’1,70% della banca del gruppo Deutsche Bank. Senza contare che Bolloré ha la facoltà, che con ogni probabilità eserciterà, di salire dall’attuale 5,18% al 6%, in modo tale da mantenere la partecipazione dei soci esteri all’11 per cento. Se dunque l’1,70% di Sal. Oppenheim non dovesse essere rimpiazzato, le quote coagulate dall’accordo scenderebbero così dalle attuali 44,46% al 43,5% circa. Certo, bisognerà vedere come in questa partita decideranno di muoversi alcuni piccoli soci membri del patto e collocati nel gruppo degli industriali. È, ad esempio, il caso della famiglia Acutis, che tramite Vittoria Assicurazioni ha una piccola partecipazione dello 0,14% di Piazzetta Cuccia e che non è escluso che possa chiamarsi fuori. Si tratterebbe, tuttavia, di una quota che andrebbe a impattare in misura soltanto marginale su quella complessivamente vincolato al patto. Sempre all’interno del gruppo dei soci industriali, in molti si interrogano su cosa farà l’imprenditore Diego Della Valle, che tramite la cassaforte Dorint custodisce lo 0,48% di Mediobanca. Il patron di Tod’s, anche grazie alla ritrovata alleanza con l’ad Nagel, potrebbe decidere di arrotondare leggermente all’insù la propria partecipazione, anche se alcuni osservatori ritengono poco realistico che eserciti per intero la facoltà di arrivare fino alla barriera rilevante del 2% del capitale. Soprattutto perché l’imprenditore marchigiano, almeno al momento, appare più impegnato a giocare la partita parallela nel vicino «salotto buono» di Rcs, dove appare intenzionato a rafforzarsi nell’azionariato. Senza contare che negli ultimi tempi Della Valle ha impegnato molta della propria liquidità nell’acquisto di azioni Saks, la catena di grandi magazzini americana di cui è diventato primo azionista con poco più del 19% davanti al tycoon messicano Carlos Slim. Nonostante la ristrutturazione del gruppo in corso, sembra anche decisamente poco probabile un’uscita dal patto di Mediobanca da parte della famiglia Ligresti, che sempre all’interno del gruppo degli industriali apporta un 3,83% complessivo, distribuito su Fondiaria-Sai (3,14%), Milano Assicurazioni (0,36%) e Finsai International (0,33 per cento). Tra l’altro, posto che il problema per il gruppo Fonsai non sussisterebbe perché la partecipazione è inserita tra quelle disponibili per la vendita e dunque valutata ai valori di mercato, per molti membri del patto si pone la questione della possibile svalutazione della quota in caso di cessione, con annesso impatto negativo sul bilancio.
Quel che è certo è che per comunicare eventuali disdette al patto c’è tempo fino al 30 settembre. L’autunno di Mediobanca, in ogni caso, si preannuncia caldo non soltanto per il rinnovo dell’accordo ma anche per quello dei vertici (il mandato del cda scade a ottobre). Ieri, intanto, Consob ha fissato all’1% la quota minima di partecipazione necessaria per la presentazione di liste di candidati al board