Nonostante l’attacco della speculazione all’Italia e a Piazza Affari il valore dei titoli offerti con l’aumento di capitale è ancora molto più basso del prezzo di FonSai in borsa. Settimana decisiva per il successo dell’operazione 

di Andrea Di Biase

Il supplemento al prospetto informativo dell’aumento di capitale di Fondiaria-Sai e della controllata Milano Assicurazioni non servirà.

 

La Consob, i cui uffici nella serata di venerdì 8 luglio non avevano ancora preso una decisione ufficiale in merito, sarebbe tuttavia orientata a non richiedere alcuna integrazione al documento d’offerta. Le modifiche apportate al patto di sindacato tra Premafin e Unicredit per inserirvi gli impegni presi con l’Antitrust sarebbero infatti state considerate irrilevanti ai fini dell’aumento di capitale anche perché, come sottolineato dalla stessa FonSainel parere fornito alla Consob, i cambiamenti all’accordo parasociale erano già stati in gran parte anticipati già nel prospetto originario.

 

Cade così anche l’ultimo ostacolo di natura regolamentare che avrebbe potuto creare qualche problema alla buona riuscita dell’operazione. Se la Consob avesse chiesto un supplemento di prospetto sarebbe infatti scattato automaticamente il diritto di recesso per quegli investitori che si fossero già impegnati a sottoscrivere le nuove azioni. Tuttavia, considerato il fatto che il periodo di negoziazione in borsa dei diritti d’opzione si è concluso venerdì 8, chi avesse deciso di esercitare il recesso si sarebbe trovato nell’impossibilità di vendere i diritti stessi, facendo aumentare così il rischio di inoptato. Rischio che invece, nonostante l’ondata speculativa che si è abbattuta su Piazza Affari e in particolare sui titoli finanziari, al momento appare flebile.

A una settimana dalla chiusura del periodo d’offerta, fissata per le 15.30 di venerdì 15 luglio, lo sconto applicato alle azioni di nuova emissione appare infatti ancora consistente. Sui titoli ordinari Fondiaria-Sai, per esempio, il differenziale tra il prezzo di borsa e quello di sottoscrizione delle nuove azioni (1.5 euro) è infatti sceso rispetto al 39,6% fissato al momento del lancio dell’offerta, ma è comunque pari al 27%. Ancora significativo, anche se in misura minore rispetto a FonSai, anche lo sconto esistente tra il prezzo di emissione delle nuove azioni ordinarie Milano Assicurazioni(0,2574 euro) e quello fatto segnare alla chiusura di Piazza Affari di venerdì 8. In questo caso il differenziale è pari al 13,5% contro uno sconto originario del 37,3%. Numeri importanti considerato che nel caso dell’aumento di capitale del Monte dei Paschi, lanciato con uno sconto del 27,8% e chiuso con pieno successo grazie ad adesioni pari al 99,91%, il differenziale tra la quotazione del titolo a Piazza Affari e il prezzo di emissione delle nuove azioni nella seduta del 28 giugno era arrivato a chiudersi fino al 9% nel corso del periodo d’offerta per poi stabilizzarsi su una media vicina al 14%. E si tratta di una banca in salute i cui titoli fanno parte dei principali indici e sono in portafoglio agli investitori istituzionali, non certo di una compagnia assicurativa in via di ristrutturazione (la ricapitalizzazione è stata imposta dall’Isvap) e nel cui capitale, storicamente, non sono mai stati presenti in quantità i grandi fondi internazionali.

 

Dovrebbe esserci dunque proprio un tracollo del mercato nei prossimi giorni perché possa chiudersi la forbice esistente tra il prezzo di borsa e quello di sottoscrizione dell’aumento, rendendo l’adesione all’aumento non più conveniente. Le banche del consorzio di garanzia, guidato da Unicredit e Credit Suisse, sembrano tuttavia fiduciose che questo non accada. A prescindere dal contesto macroeconomico, dove pure persistono i timori che non si plachi l’attacco della speculazione sul debito sovrano italiano e sui titoli finanziari di Piazza Affari, ci sono diversi elementi che lasciano intravedere comunque la possibilità che il doppio aumento di FonSai e Milano possa andare in porto con successo. Al di là dello sconto sul prezzo di emissione delle nuove azioni, ci sono anche elementi di natura fondamentale che giocano a favore della buona riuscita dell’operazione. Basti considerare il fatto che il target price medio sul titolo Fondiaria-Sai è attorno ai 3 euro. Ma questo è per lo più calcolato sulla base di parametri gestionali e di efficienza interna al gruppo assicurativo che rispecchiano quanto stato fatto in passato. Per ora, considerato anche che l’ad Emanuele Erbetta e il dg Piergiorgio Peluso (con responsabilità sulla finanza) non hanno ancora messo a punto il nuovo piano strategico, le stime degli analisti non tengono conto di uno stile di gestione più incisivo rispetto a quello utilizzato finora, dove molto spesso l’interesse dell’azionista di riferimento è stato anteposto a quello della compagnia. Tuttavia l’ingresso di Unicredit nel capitale e nella governance diFonSai sembra rappresentare una garanzia per gli investitori. Una garanzia che sembra aver convinto anche il fondo Amber Capital, che nei giorni scorsi ha rilevato gran parte dei diritti d’opzione messi in vendita dalla stessa Fondiaria-Sai (legati alle azioni proprie) e che, sottoscrivendoli, potrebbe diventare il terzo maggiore azionista dietro i Ligresti e Piazza Cordusio. (riproduzione riservata)