Piazza Affari (ieri -0,97%) è in subbuglio da giorni: le ultime norme contenute nella manovra finanziaria pensata dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti hanno colpito una nutrita pattuglia di titoli quotati (concessionarie, finanziari, energie rinnovabili) con l’effetto di alimentare le vendite e la conseguente svalutazione delle azioni delle società coinvolte. Un extraconto inaspettato che pesa anche sulle tasche dei risparmiatori che investono in Borsa, stimabile in parecchie centinaia di milioni di euro di perdite reali e potenziali di capitalizzazione.
Il primo gruppo, quello delle concessionarie, è il più penalizzato. Non a caso è anche quello su cui gli analisti si sono concentrati per valutare gli effetti negativi. La vittima più illustre è Atlantia che, dopo aver perso pesantemente nelle sedute precedenti, ieri è arrivata a perdere il 3,69% nelle prime battute per poi rimbalzare e chiudere in rialzo dell’1,11 per cento. La situazione è chiara. Il limite agli ammortamenti finanziari per le concessioni all’1% invece che al 2% dei rumors è fortemente penalizzante per le società del settore. Potrebbe causare un aumento della tassazione per le società del comparto, con una conseguenza penalizzazione dell’utile netto. Per gli analisti di Equita la perdita sulla valutazione di Atlantia potrebbe raggiungere nel caso peggiore il -20% (il titolo capitalizza 8.800 milioni) e in uno scenario medio il -9%, penalizzando il cash flow dedicato ai dividendi. Svalutazioni medie simili (-8/9%) per Sias (-0,69% in Borsa), Gemina (-3,22%) e Save (-1,83%). Atlantia è finita nel mirino anche di Credit Suisse passata addirittura a underweight (sottopesare) con target da 25 a 17 euro. Stesso orientantamento da parte di Banca Imi, ora hold (mantenere) dal precedente buy (comprare).
La seconda pattuglia di titoli penalizzate dalle ultime novità arrivate dalla manovra finanziaria sono i finanziari, assicurativi in primis. Le attese del Governo prevedono che l’aumento dell’Irap su banche e assicurazioni produrrà un maggior gettito complessivo pari a 888,7 milioni nel 2012 e 479,7 milioni sia nel 2013 sia nel 2014. Tra l’altro, la rivalutazione per le banche delle partecipazioni di controllo assicura allo Stato un gettito di 544 milioni nel 2011 e una lieve perdita di entrate nei due anni successivi. Secondo Equita, l’aumento dell’Irap di 2 punti avrà un impatto tra il 2% e il 4% dell’utile degli assicurativi; meno colpita Generali che genera una parte rilevante dei profitti all’estero, mentre le compagnie operative in Italia avranno un impatto attorno al 4% degli utili. In particolare sul Leone di Trieste gli analisti hanno «inserito nelle stime 50 milioni di maggiori imposte (2% dell’utile). Il target scende da 20 a 18,8 euro anche per l’aumento del tasso free risk». Anche per questo Fonsai ieri ha perso l’8,25 per cento.
L’ultimo gruppo di società sballottate comprende le rinnovabili. Il settore, nelle ultime due settimane, è stato interessato da una violenta volatilità che in Borsa è sinonimo di rischio. La reintroduzione della norma che puntava a ridurre del 30% le voci della bolletta elettrica che si riferiscono agli incentivi (inclusi quelli alle rinnovabili) aveva causato lunedì 4 luglio molta agitazione in Piazza Affari. A questo punto però alcuni fondamentali commi, che sarebbero stati molto negativi per i vari Enel Green Power, Alerion, Falck Renew, Eems, Terni Energia, Kerself, Erg renew, Ergy Capital, sono finalmente stati stralciati definitivamente. I ministri Romani e Prestigiacomo hanno sottolineando il contributo del segmento alla crescita (1% del Pil) e l’impegno a sostegno del settore. Ma nel frattempo ieri dalle sale operative osservavano che la confusione degli ultimi quattro giorni è costata al settore delle rinnovabili in Borsa circa 500 milioni di euro di capitalizzazione.